24/09/2020, 09.00
ASIA
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Corea, Tibet e Mar Cinese: i conflitti ‘congelati’ ora sono veri scontri armati

Prende sempre più forma la “terza guerra mondiale a pezzi” denunciata da papa Francesco. Un funzionario sudcoreano è stato ucciso dalle forze di frontiera di Pyongyang. Tensione alta lungo il  confine sino-indiano: morto un paramilitare indiano di origine tibetana. Scontri sui diritti di pesca nel Mar Cinese meridionale.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – I conflitti “congelati” in Asia assumono sempre più la forma di veri e propri scontri armati, con morti e feriti, come già denunciato da papa Francesco, parlando di “terza guerra mondiale a pezzi”. 

Il ministero della Difesa sudcoreano ha rivelato oggi che un funzionario civile del dicastero degli Oceani e della pesca è stato ucciso dai soldati di frontiera della Corea del Nord. Le due Coree sono tecnicamente in guerra; Nord e Sud non hanno mai firmato un trattato di pace al termine del conflitto che li ha visti contrapposti dal 1950 al 1953.

L’uomo si trovava a bordo di un’imbarcazione che ispezionava le acque nei pressi dell’isola di Yeonpyeong, nel Mar Giallo. Le autorità di Seoul sospettano che egli abbia tentato di disertare al Nord, nuotando aggrappato a un salvagente verso il confine. Una volta intercettato, le forze speciali nordcoreane lo avrebbero ucciso, bruciando poi il suo corpo, ritrovato poi in mare. Secondo l’intelligence del Sud, per far fronte all’emergenza coronavirus, i militari del Nord hanno l’ordine di “sparare per uccidere” chiunque tenta di infiltrarsi nel Paese.

L’altro fronte caldo nella regione Asia-Pacifico è il confine himalayano tra Cina e India. Pechino e Delhi hanno un canale aperto per fermare l’escalation militare lungo la frontiera provvisoria (Line of Actual Control, Lac) che divide i due Paesi.

I due giganti asiatici condividono un confine di 3.488 km nell’impervia regione himalayana, per il quale hanno combattuto un breve ma sanguinoso conflitto nel 1962. Delhi rivendica ampi settori dell’Aksai Chin (che i cinesi hanno ottenuto dal Pakistan); Pechino avanza pretese sullo Stato indiano dell’Arunachal Pradesh.

Negli ultimi 45 anni, le due Forze armate si erano fronteggiate diverse volte, senza registrare vittime. A fine agosto, però, un soldato indiano appartenente alle Forze speciali tibetane di frontiera è morto per le ferite riportate dallo scoppio di una mina lungo la Lac. Il 15 giugno truppe indiane e cinesi si sono affrontate nella valle di Galwan, tra il Ladakh e l’Aksai Chin cinese: 20 soldati indiani sono morti, insieme a un numero imprecisato di militari cinesi. Secondo resoconti di stampa, Pechino avrebbe inviato le sue truppe in risposta alla costruzione da parte indiana di una strada lungo il confine.

Anche il Mar Cinese meridionale, dove le pretese territoriali della Cina sono contestate da diversi Paesi dell’area, sostenuti dagli Usa, cominciano a contarsi le vittime. Lo scorso mese, la Guardia costiera della Malaysia ha fermato  un’imbarcazione da pesca vietnamita, uccidendo un pescatore. I diritti di pesca sono uno degli argomenti di scontro nelle acque contestate, e non solo riguardo alle attività cinesi.

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