16/09/2016, 10.15
COREA DEL NORD
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Corea del Nord, le alluvioni di agosto “il peggior disastro dalla II Guerra mondiale”

Il regime ammette “centinaia di vittime e di dispersi, decine di migliaia di sfollati”. Le Nazioni Unite valutano circa 107mila persone senza più una casa. Distrutti innumerevoli edifici, strade e ponti. Il regime non ha fondi, destinati al programma nucleare, e ordina la deportazione di 100mila “volontari” dalle altre province per aiutare coloro che sono stati colpiti dal tifone Lion Rock.

Seoul (AsiaNews) – Centinaia di vittime, decine di migliaia di sfollati e un numero incalcolabile di dispersi. È il bilancio ufficiale, ammesso persino dai media di Stato, delle alluvioni che hanno colpito la Corea del Nord. L’agenzia di stampa ufficiale Kcbs ha definito con enfasi le piogge iniziate il 29 agosto come il “peggiore disastro” mai avvenuto dalla fine della II Guerra mondiale.

Il tifone “Lion Rock” che ha devastato per tre giorni la Corea del Nord ha distrutto 11.600 edifici, danneggiato o divelto circa 180 strade e fatto sparire 60 ponti. L’elettricità e le linee di comunicazione sono saltate, pur non essendo particolarmente sviluppate nel Paese, e gravissimi danni si registrano anche nel settore minerario. Le miniere di carbone provinciali sarebbero divenute dei laghi.

Per la prima volta nella storia moderna la Kcbs fornisce anche le cifre degli sfollati: essi sarebbero 68.900, anche se secondo le Nazioni Unite sono “almeno 107mila” le persone rimaste senza casa. Il regime ha deciso una mobilitazione straordinaria per aiutare le aree colpite, che di fatto però si è trasformata in una deportazione di massa di cittadini da altre aree del Paese.

Per rispondere all’emergenza il regime di Kim Jong-un ha infatti ordinato lo spostamento di 100mila persone nella provincia di Hamgyong settentrionale, la più colpita dalle acque. L’imponente invio di uomini, scrive il DailyNK, “è ritenuto un tentativo del governo di evitare l'ira della popolazione. La mancanza di assistenza nasce dalla mancanza di fondi, e questi non ci sono perché cifre astronomiche sono finite nel programma nucleare a scapito del benessere sociale”.

Dal punto di vista pratico, il governo centrale ha emanato una direttiva ai governi locali: 5mila uomini per provincia devono recarsi sul luogo del disastro. A loro volta, i funzionari hanno girato la richiesta alle fabbriche, che stanno selezionando e inviando – a loro spese – i “volontari”. Secondo fonti di AsiaNews “è normale che la forza lavoro in caso di emergenza venga tratta dai civili, ma un esodo di questo tipo non si era mai visto”.

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