19/02/2010, 00.00
FILIPPINE
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Corruzione e spreco per le elezioni filippine

di Santosh Digal
Oltre 31 milioni di euro per annunci sui media e giornali prima dell’inizio ufficiale della campagna elettorale. Per gli analisti questo è un esempio della corruzione che da sempre affligge il Paese e costa ogni anno oltre 3 miliardi di euro. P. Timoner: la corruzione è la principale causa della povertà cronica vissuta dalla popolazione.

Manila (AsiaNews) – Oltre 31 milioni di euro in manifesti elettorali e pubblicità su tv e radio locali sono stati spesi tra novembre e gennaio dai canditati alle elezioni presidenziali, utilizzando anche fondi pubblici. È quanto rivela l’agenzia Agb Niesen Media Resarch. Gli analisti affermano che i costi esorbitanti spesi dai candidati per fare pubblicità prima del 9 febbraio (inizio ufficiale della campagna elettorale) sono esempio della corruzione che da sempre colpisce il Paese.     

“La società filippina è colpita nel profondo dalla corruzione - afferma p. Gerard Francisco Timoner III, docente di teologia all’Università cattolica di Santo Tomas di Manila - la chiave per risolvere questo problema è far prevalere il bene comune sugli interessi privati”. “I funzionari del governo  – continua – si appropriano dei fondi destinati ai servizi pubblici e li utilizzano per soddisfare i propri interessi”. Il sacerdote dice che è la diffusione della corruzione in tutti i livelli della burocrazia la principale causa della povertà cronica del Paese.

Secondo Rey Vargas, insegnante di teologia all’Università di Manila, la corruzione nell’ambito pubblico e privato è ormai un’abitudine che ha distrutto i valori morali. Per risolvere il problema occorre invitare la popolazione a riprendere le parole del Vangelo. Solo attraverso gli insegnamenti di Cristo, l’onestà, la trasparenza e l’attenzione al bene comune potranno essere dei valori accettati dalla società.  

Nel 2008 l’organizzazione privata Social Weather Station ha condotto un’indagine sul pagamento di tangenti da parte delle compagnie straniere e locali nelle città di Manila, Cebu e Davao (Mindanao). Dallo studio è emerso che a sette compagnie su 10 è stato chiesto un compenso “extra” in denaro per poter aprire il proprio esercizio. Secondo i dati della Banca mondiale questa capillare diffusione della corruzione costa ogni allo Stato filippino circa 3 miliardi di euro all’anno. Ciò ha portato le Filippine al 139° nella lista che misura la trasparenza politica interna di 180 Paesi del mondo realizzata nel 2009 dall’organizzazione Trasparency International.

Clarita Carlos, direttrice del National Defense College di Quezon City (Manila), afferma: “La maggior parte dei nostri studenti nati dopo il 1986 ha come obiettivo quello di lavorare negli uffici doganali o in quello delle imposte”. Questi sono gli impieghi dove è più frequente il reato di corruzione. “Loro – continua – desiderano andare in un istituto dove possono diventare ricchi senza sforzi, perchè con il nostro esempio abbiamo dimostrato ai giovani che il lavoro duro e onesto non paga”.

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