20/10/2020, 12.20
INDONESIA
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Covid-19: aumenta la povertà, nonostante gli sforzi del governo

di Ati Nurbaiti

Speso solo il 43,8% dei 40 miliardi di euro stanziati per sostenere la popolazione. Circa 28 milioni gli indigenti nel Paese. Il dramma delle donne “capofamiglia”. Migliaia di indonesiani protestano contro la nuova legge sul lavoro.

Jakarta (AsiaNews) – Povertà e disoccupazione aumentano nel Paese, nonostante gli sforzi del governo per contrastare gli effetti negativi del Covid-19.

Milioni di indonesiani che hanno perso la loro fonte di reddito sono ancora esclusi dalla lista di coloro che possono beneficiare di trasferimenti in denaro, aiuti alimentari e altri tipi di sostegno. Tra questi vi sono i salariati e gli autonomi del settore informale, che assorbe la maggior parte dei 131 milioni di lavoratori nel Paese, le famiglie che hanno smesso di ricevere le rimesse dei congiunti rientrati dall’estero e le donne capofamiglia.

Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, il coronavirus ha accresciuto il numero delle famiglie povere nella provincia di Giava, da dove si sono diffuse le infezioni, e a Bali, dipendente dal turismo. Ad esempio, l’Ufficio per gli affari religiosi islamici di Surabaya (Giava orientale) vede ogni giorno 40-50 richieste di divorzio, per lo più presentate da mogli che citano ragioni economiche.

Con una disoccupazione stimata a 10 milioni di persone entro la fine del 2020, e almeno 28 milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà ufficiale di 454.652 rupie (circa 26 euro) al mese, si prevede un ulteriore incremento del numero di indigenti.

Ogni anno circa 3 milioni di persone cercano lavoro in Indonesia: “Chi non ha potuto trovare impiego come lavoratore dipendente  ha dovuto aprire una propria attività per sfamare la propria famiglia”, ha scritto ieri su Kompas Teten Masduki, ministro delle Cooperative e delle piccole e medie imprese.

A inizio ottobre, il presidente Joko "Jokowi" Widodo ha detto che il 76% dei 695mila miliardi di rupie (40 miliardi di euro) stanziato per le imprese è stato speso. I dati dicono che in realtà la percentuale è del 43,8%.

La spesa per la sicurezza sociale è arrivata il 74% dei fondi disponibili, ma quella sanitaria – che include anche il costo dei vaccini – ha raggiunto appena il 25%. Nel Paese di quasi 270 milioni di abitanti vi sono solo 1,3 medici ogni 10mila persone, con meno servizi sanitari fuori dall’isola di Giava. Da marzo a ottobre, 136 dottori, tra cui 63 specialisti, 92 infermieri e altri operatori sanitari sono morti a causa del Covid-19.

Gli esperti chiedono una distribuzione più rapida e flessibile degli aiuti, a costo di distribuirli per errore anche a chi non ne ha diritto. “Con un numero massiccio di persone vulnerabili, uno shock economico come una recessione li trascinerebbe nella povertà”, ha dichiarato di recente il ministro delle Finanze Sri Mulyani Indrawati.

In gennaio, prima dello scoppio della pandemia, la Banca mondiale calcolava che la classe media indonesiana avrebbe potuto espandersi da 52 a 115 milioni di unità con un sistema d’istruzione secondaria migliore. Considerato che prima della pandemia gli indonesiani potevano spendere in media solo tra 532mila e 1,2 milioni di rupie (31-70 euro) al mese a persona, tale obiettivo è ora irraggiungibile.

L'anno scorso, oltre 3,7 milioni di migranti indonesiani hanno inviato a casa 9,2 miliardi di euro in rimesse: il loro rientro per la pandemia ha cancellato questa fonte di reddito.  Vi è poi il problema di 11 milioni di donne capofamiglia. Uno studio pubblicato a settembre ha rilevato che questi nuclei familiari tendono a essere più poveri di quelli che fanno capo a degli uomini. L'Associazione delle donne capofamiglia (Pekka) ha detto che molte donne vedove, divorziate o abbandonate dai mariti non beneficiano del sostegno governativo, che viene per lo più distribuito ai capifamiglia maschi.

Una di queste donne, "Sari" (nome di fantasia) si prende cura della madre malata. Ella è stata abbandonata dal marito e sopravvive vendendo snack fatti in casa. Un suo amico racconta ad AsiaNews che vorrebbe farcela con le proprie forze, ma avrebbe bisogno del sostegno pubblico:” Deve essere disperata, ha chiesto un prestito di 100mila rupie (6 euro) per acquistare delle medicine”.

I sostenitori della controversa legge sul lavoro, approvata a inizio mese, dicono che disoccupazione e povertà possono essere superate con l’introduzione di meccanismi più flessibili e meno costosi di licenziamento e assunzione, e con maggiori opportunità di contratti a tempo determinato e di investimenti stranieri. Tuttavia migliaia di studenti, sindacati e altri gruppi della società civile hanno manifestato contro il provvedimento. Essi vogliano che sia annullato, in quanto riduce gli standard lavorativi, ambientali e di trasparenza.

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