30/03/2004, 00.00
INDONESIA
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Credenti e laici entusiasti per "La Passione di Cristo"

Jakarta (Asia News/Ucan) – Clero cattolico e laici di Giacarta che hanno avuto la possibilità di vedere in anteprima l'ormai famoso film di Mel Gibson "La Passione di Cristo", affermano che il film ha aiutato le loro riflessioni sulla Pasqua e ha reso più profondo il loro apprezzamento per le sofferenze di Gesù.

"Il film è magnifico e gli spettatori cristiani devono guardarlo con gli occhi della fede", ha detto dopo l'anteprima del film padre Josef Lalu, responsabile amministrativo della Commissione per la Catechesi dei vescovi cattolici indonesiani. Il sacerdote ha aggiunto di essere rimasto comunque molto sorpreso dalla cruda violenza di alcune scene del film e di essere preoccupato che "possano addirittura favorire la cultura della violenza". Ha inoltre sottolineato che la "Resurrezione non ha una parte importante, dando così l'impressione che la sofferenza e la morte siano i soli messaggi importanti del film".

Il padre gesuita Alex Soesilo Wijoyo, responsabile amministrativo della Commissione vescovile per le Comunicazioni Sociali, difende il film affermando che pur se l'attenzione prestata alla Resurrezione non è stata eccessiva e possa quindi rimanere nei cristiani il senso di qualcosa di incompleto, ritiene tuttavia che "non si tratta di una debolezza del film, ma solo del risultato di una scelta tecnica del regista".

Anche se il film non è ancora uscito ufficialmente nelle sale, circolano copie illegali per una sua visione a casa.

Padre Wijoyo, che fa parte della deliberante Commissione governativa per la Censura cinematografica, ha ammesso la violenza di alcune scene, ma ha commentato che ""gli spettatori dovrebbero guardarlo attraverso gli occhi della fede, se vogliono meglio comprendere il significato di quella sofferenza e relazionarla anche ai problemi attuali dell'Indonesia. "Non vediamo in quelle scene – ha detto - solo la sofferenza, ma anche ciò che sta dietro, le ingiuste strutture che fanno soffrire la gente", ha detto.

Ritiene che il film è adatto a tutti, non solo ai cristiani, perché mostra l'abuso di potere, l'ipocrisia, le manovre politiche e il tradimento, tutti aspetti, cioè, della condizione umana. Padre Wijoyo, anche se la Commissione per la Censura non ha ancora visionato il film, ha dichiarato di non avere obiezioni a che sia mostrato al pubblico e ha suggerito che sia tradotto anche in Bahasa Indonesia, la lingua nazionale.

Julian Karfili, studente cattolico universitario della  comunicazione, ha visto il film il 18 maggio scorso al campus Depok della State University of Indonesia, situata al sud di Giacarta, assieme ad un gruppo di circa 50 studenti, per lo più musulmani, come parte di una lezione sulle comunicazioni internazionali. "Il film è davvero realistico e commovente", ha commentato. Maria Sanjaya, studentessa 21enne, ha affermato che il significato del film è stato trasmesso chiaramente, anche se le parole erano incomprensibili. "Nonostante io non conosca l'inglese, ho potuto seguire la storia perché già la conosco dalla Bibbia… io ed altri abbiamo pianto davanti al Cristo così barbaramente torturato".

Johanes Stafanus Tantoro, operaio 42enne di Giacarta, ha detto che era molto curioso di vedere il film dopo quello aver letto su di esso nei giornali, e poiché non era ancora in programmazione nelle sale, ha comperato una copia pirata da un venditore ambulante. "Il film – ha detto - è davvero adatto ai cristiani per il tempo pasquale. Mi ha ricordato in modo intenso la sofferenza, la morte e la resurrezione di Gesù".

Iwan, un venditore ambulante musulmano nel centro di Giacarta, ha detto alla UCANews che il forte interesse della gente per il film è dimostrato dalle molte copie de "La Passione di Cristo" vendute illegalmente. "Penso che i compratori fossero cristiani. Nonostante dicessi loro che ciò che avevo era illegale, morivano dalla voglia di comprarlo". Dai primi di marzo ad oggi, ha venduto circa dieci copie del film al giorno.  

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