10/04/2006, 00.00
CINA - STATI UNITI
Invia ad un amico

Cresce l'attesa per il viaggio di Hu Jintao negli Stati Uniti

In agenda questioni commerciali e di politica internazionale. Intanto si apre domani a Washington l'incontro tra le delegazioni per il commercio dei due Stati.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Dal 18 al 22 aprile si svolgerà la visita negli Stati Uniti del presidente cinese Hu Jintao. Questioni commerciali e di politica internazionale saranno al centro dei colloqui. Intanto domani a Washington si apre l'incontro della Commissione sino-statunitense sul Commercio e gli scambi, con il vice premier Wu Yi e i più alti funzionari Usa del settore.

Da decenni i rapporti tra le due potenze rimangono incerti. Washington non supera una posizione di sospetto verso il gigante comunista e vuole che accetti le regole dell'economia mondiale. Pechino pretende di dettare  regole proprie e persegue una sempre più chiara politica di potenza mondiale. Nello stesso tempo, per il proprio sviluppo economico ha bisogno dei migliori rapporti possibili con gli Stati Uniti e i suoi alleati. Questa – dicono molti esperti – può essere l'occasione per iniziare una politica di collaborazione, con reciproco vantaggio. L'incontro è importante anche per i rispettivi fronti interni: il presidente Bush ha perso il consenso interno e vuole risultati in vista delle elezioni parlamentari di novembre. Anche Hu vuole risultati concreti e riconoscimenti da mostrare in patria.

Commercio. Il deficit commerciale degli Stati Uniti verso la Cina ha superato i 201 miliardi di dollari, mentre Pechino è diventato il Paese con maggiori riserve di valuta estera. Per ridurre il disavanzo, Washington chiede l'eliminazione dei rilevanti dazi cinesi sulle importazioni così da incrementare l'export per i prodotti dove gli Usa eccellono (come hi-tech, autoveicoli, informatica) e la revisione del cambio dello yuan. Pechino, invece, vorrebbe limitarsi a maggiori acquisti di alcune merci. Hu farà tappa a Seattle per visitare la compagnia Boeing e pranzerà a casa di Bill Gates, presidente della Microsoft. Sarà accompagnato da 200 rappresentanti di 111 industrie leader e sono annunciati acquisti per 15 miliardi (tra cui 80 aerei passeggeri della Boeing). Ma questa cifra è meno del 10% del deficit commerciale Usa. Pechino cerca pure accordi in materia energetica per il petrolio e il nucleare, anche per contenere i costi.

La Cina non appare intenzionata a rivedere il valore di cambio dello yuan che, secondo esperti, è sottostimato del 40% e contribuisce alla crescita del deficit commerciale Usa e all'esportazione dei prodotti cinesi. In assenza di novità, il Congresso Usa è pronto a votare una legge che impone alti dazi alle merci cinesi. Il voto, previsto già per il 31 marzo, è stato rinviato a dopo la visita di Hu. In attesa della rivalutazione dello yuan, Washington può chiedere una più libera circolazione dei capitali in "entrata" e in "uscita" nel mercato cinese. Questo potrebbe ridurre le riserve cinesi di valuta estera,  incoraggiare il consumo interno cinese e ridurre la pressione sullo yuan.

I prodotti piratati. Gli Stati Uniti da anni chiedono "interventi specifici" contro la pirateria commerciale e la contraffazione, specie per i prodotti audio e video e informatici. Le indutrie americane affermano che almeno il 90% dei prodotti software in Cina sono piratati, facendo perdere alle ditte americane miliardi di dollari. Proposte concrete per fermare questa piaga sono già attese per il vertice sul commercio che inizia domani.

La politica internazionale. Bush e Hu si incontreranno il 20 aprile a Washington per parlare – dice la Casa Bianca – di lotta al terrorismo e di proliferazione nucleare. Sul nucleare, gli Stati Uniti sono frustrati dall'atteggiamento di Iran e Corea del Nord, mentre la Cina rifiuta atteggiamenti categorici e sanzioni. Pechino, a sua volta, vorrebbe un pubblico commento e private rassicurazioni da Bush per scoraggiare Chen Shuibian, presidente di Taiwan; questi ha preso numerose iniziative che muovono verso un'idea di indipendenza dell'isola; Washington, pur mostrando di non gradirle, non è intervenuta.

La situazione in Asia. Pechino persegue da tempo una politica di emarginazione degli Stati Uniti dall'Asia, ma Washington è stata attiva nell'allacciare o riallacciare rapporti con altri stati, come India,  Indonesia, Mongolia. Anche il Giappone strizza l'occhio, ricordando che Tokyo – come ha detto Shinzo Abe, candidato premier al posto di Koizumi - ha valori comuni (in materia di democrazia, libertà, diritti umani) con Stati Uniti ma anche con le vicine Australia e Nuova Zelanda.

Democrazia, libertà e diritti umani. Il dibattito sulla tutela di questi diritti appare oggi meno importante delle questioni economiche. Già lo scorso novembre Bush, in visita in Cina, ha fatto un richiamo al rispetto dei diritti, ma solo alla fine del viaggio e non durante i colloqui con i massimi esponenti statali. E' da vedere se sono già dimenticate le accuse del Congresso contro le ditte Usa di informatica che hanno collaborato con la polizia cinese contro la libertà su internet, rivelando nomi di dissidenti e facendoli arrestare.

Immigranti illegali. I due Paesi sono vicini a un accordo – ha detto Michael Chertoff, segretario Usa per la Sicurezza interna - per rimpatriare 39 mila cinesi immigrati in America in modo illegale. (PB)

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Bush in India per aprire nuovi rapporti tra i due Paesi
01/03/2006
Pechino e Washington soddisfatti di “fare affari” e “rinviare” le decisioni
19/06/2008
Inizia il quarto Dialogo strategico economico tra Washington e Pechino
17/06/2008
Washington chiede a Pechino impegni concreti su valuta e commercio
23/05/2007
Trump mette in discussione “l’unica Cina”. Pechino lo accusa di ignoranza e minaccia ritorsioni
12/12/2016 08:45


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”