31/07/2008, 00.00
IRAQ
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Cristiani e musulmani, solidarietà alle vittime degli attentati di Kirkuk

Oggi mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, insieme a leader religiosi sunniti, sciiti e capi tribù si è recato in ospedale per visitare i feriti della strage di lunedì scorso. L’iniziativa rappresenta un ulteriore segnale della volontà comune di “pace” e “perdono” reciproco.

Kirkuk (AsiaNews) – Le massime autorità religiose e politiche di Kirkuk hanno visitato le vittime dell’attentato di lunedì 28 luglio, quando un kamikaze si è fatto saltare in aria in mezzo a una folla provocando una strage.

L’arcivescovo di Kirkuk mons. Louis Sako – insieme a un gruppo di leader religiosi musulmani sunniti e sciiti e ai capi di tribù arabe, kurde e turkmene – si è recato nell’ospedale della città per far visita ai feriti e dare loro conforto. Un gesto significativo voluto dalla leadership politico-religiosa della città, che senza distinzione di credo o etnia di appartenenza, ha voluto testimoniare “solidarietà alle vittime delle stragi” e ribadire la propria “condanna contro ogni forma di violenza”, da qualunque parte essa provenga.

Il 28 luglio scorso un attentatore suicida si è fatto esplodere in mezzo a un gruppo di dimostranti che manifestava contro la nuova legge elettorale approvata dal Parlamento. La folla era radunata nei pressi del palazzo del Governo locale, vicino alla cattedrale del Sacro Cuore; il corteo dei dimostranti aveva da poco cominciato il cammino quando il kamikaze si è fatto saltare in aria, provocando la strage: 28 morti e decine di feriti.

Conclusa la visita in ospedale, la delegazione ha incontrato i vertici dei due più importanti partiti kurdi (il PUK e il PDK) e la controparte turkmena, invitando tutti gli schieramenti politici a lavorare uniti per riportare la calma nella regione. “Chiedo a tutti i leader politici – ha dichiarato mons. Louis Sako durante l’incontro – di pensare al bene comune della popolazione e di combattere la logica aberrante della violenza”. Il prelato ha inoltre auspicato che tutti i gli schieramenti “siedano attorno a un tavolo per discutere e dialogare”, mettendo da parte minacce ed estremismi perché “con la violenza non si ottiene nulla”, mentre dal “perdono” reciproco sarà possibile ricostruire una unità e una convivenza pacifica per tutti.

L’iniziativa di questa mattina, voluta con forza dalla Chiesa cattolica che l’ha promossa in prima persona, ha riscosso “consensi unanimi” sia tra i leader religiosi musulmani che fra gli schieramenti politici ed è stata ripresa da “tutti i media” della regione. L’arcivescovo di Kirkuk ha distribuito dei medicinali ai feriti e, augurando loro una pronta guarigione, li ha invitati “a un pranzo fraterno”.

 

 

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