11/10/2004, 00.00
TURCHIA
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Cristiani e musulmani: dialoghi sull'uomo e sul futuro

di Mavi Zambak
Durante il simposio, una bomba è scoppiata vicino al Patriarcato greco-ortodosso. Intellettuale musulmano: Eppure il Corano predica il pluralismo!

Istanbul (AsiaNews) - Mentre in Europa sono accese le discussioni sul via libera ad Ankara per il suo ingresso nell'Ue, in Turchia si cerca un dialogo che possa offrire una piattaforma di incontro tra musulmani e cristiani.

In questo sforzo comune, nell'ottica del "conoscersi per rispettarsi", dal 7 al 9 ottobre si è svolto ad Istanbul il 2° Simposio islamo-cristiano, organizzato dai frati minori cappuccini in collaborazione con la Facoltà Teologica di Marmara e Istanbul. Al centro dei lavori la riflessione sull'uomo in rapporto con Dio e la Creazione.

Relatori di spicco: padre Maurice Borrmans, docente di Teologia e Spiritualità comparata al Pontificio Istituto di Studi Arabi e d'Islamistica di Roma (Pisai) e la prof. Ilaria Morali, docente di teologia dogmatica all'Università Gregoriana, in dialogo con professori delle università turche di Istanbul e Konia, quali il prof dr. Ismail Taspinar, docente di storia delle religioni, prof. Mustafà Sinanoglu, del Centro di ricerca sull'Islamismo di Istanbul, dr. Omer Faruk Harman e dr. Kursat Demirci, professori di Storia delle religioni all'Università di Marmara.

Al convegno hanno preso parte esponenti del mondo cattolico turco (presente mons. Louis Pelatre, vicario apostolico di Istanbul), studenti universitari cristiani e musulmani, e gente comune di tutte le età.

Il rispetto e l'ascolto reciproco - pur nell'emergere di profonde differenze culturali e religiose - sono stati gli elementi di sottofondo che hanno caratterizzato queste giornate di arricchimento reciproco.

Insieme si è cercato di trovare le risposte fondamentali alle domande che da sempre assillano gli uomini di tutti i tempi: "Chi è l'uomo? Perché esiste e perché vive su questa terra? Perché il male e l'autodistruzione dell'umanità?".

Interessante è stata la scoperta delle convergenze tra i due Libri Sacri, il Corano e la Bibbia. Taspinar le ha illustrate con chiarezza: "Nei versetti coranici che parlano della creazione di Adamo, primo uomo del genere umano, si dice che Dio lo creò in modo speciale e lo pose al centro della creazione. Dio liberò un soffio della sua propria essenza per il futuro sovrano della Terra, fatto di terra. Gli insegnò i nomi di tutte le cose e le loro qualità. E infine Dio ordinò agli angeli di prostrarsi davanti all'uomo. Ma questo uomo, libero di fare il buono o cattivo uso delle conoscenze affidategli, dotato di tutte le qualità, capace di differenziare il bene dal male, si oppose a Dio e così cominciò la sua avventura terrestre".

Faruk ha sottolineato: "L'uomo, dotato contemporaneamente di intelligenza e passioni, occupa un posto di privilegio nella gerarchia delle creature tra gli angeli e gli animali. Con queste qualità egli è esaltato come la più bella delle creature, ma si trova sempre davanti al pericolo di una caduta spirituale e morale. Per questo Dio non lo ha lasciato errabondo, ma gli ha dato delle direttive per poter essere vicario e servitore di Dio".

Con accorata passione, disgustato di fronte alla violenza del terrorismo (proprio durante il simposio è esplosa una bomba contro il Patriarcato greco-ortodosso in Istanbul), Faruk ha fatto riecheggiare le parole del Corano, simili a un passo di san Paolo: "Le differenze religiose che si incontrano nelle religioni del Libro sono una ricchezza e non devono portare all'odio. Il versetto del Corano (sura delle stanze intime, 49/13) sottolinea che gli uomini provengono da tribù e comunità nazionali diverse per poter meglio comunicare fra di loro e meglio conoscersi. Troviamo in un altro versetto: 'A ognuno di voi abbiamo assegnato una regola e una via, mentre, se Dio avesse voluto avrebbe fatto di voi una comunità unica, ma ciò non ha fatto per provarvi in quel che vi ha dato. Gareggiate dunque nelle opere buone, ché a Dio tutti ritornerete' (sura della mensa 5/48). Le differenze non devono portare alla discordia, ma a gareggiare in bontà".

Un invito che, oggi più che mai, Dio rivolge agli "uomini di buona volontà" al di là dei confini religiosi e geografici, perché, ha concluso p. Borrmans, saranno "i veri credenti a salvare l'umanità e a restituirle il suo volto di Dio".

Tre giorni intensi, dunque, fatti di conferenze, dibattiti e chiarimenti, ma anche di pasti conviviali, incontri personali, scambi di idee "dietro le quinte", dialoghi in amicizia. Una piena comunione d'intesa, allora? No, perchè dialogo non vuol dire appiattimento e omologazione, ma di certo un passo in avanti verso il rispetto e la stima reciproca, con il coraggio dell'onestà e dell'autocritica.

Questa cordialità senza polemiche e sterili discussioni è bastata da sola a decretare il successo del Simposio. L'appuntamento per l'anno prossimo con un tema di confronto ancora più scottante: la figura di Gesù.

 

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