05/03/2014, 00.00
PAKISTAN
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Cristiani pakistani: digiuno e preghiera per le minoranze perseguitate e la pace

di Jibran Khan
In tutte le chiese previste funzioni speciali per il mercoledì delle Ceneri. Le diocesi di Lahore e Rawalpindi inviano un messaggio di pace e armonia. Sacerdote a Lahore: tempo propizio per astenerci dalle tentazioni del mondo. A Sialkot il pensiero è rivolto ai cristiani “perseguitati per la loro fede”.

Islamabad (AsiaNews) - Con la preghiera e il digiuno, i cristiani pakistani celebrano oggi il mercoledì delle Ceneri, primo giorno di Quaresima; in tutte le chiese del Paese sono in programma messe e funzioni religiose, con un pensiero particolare rivolto alla pace in una nazione ancora oggi teatro di attentati contro la popolazione civile, persecuzioni verso le minoranze e violenze fra esercito governativo e talebani. Le diocesi di Lahore e Rawalpindi hanno inviato un messaggio speciale di pace e armonia ai fedeli e a tutta la comunità, sottolineando con particolare forza il significato vero e tradizionale della ricorrenza: il digiuno, la privazione, l'abbandono dei desideri materiali, le sofferenze di Gesù nei 40 giorni trascorsi nel deserto, in mezzo alle tentazioni del demonio. Le parrocchie rinnovano il rito delle ceneri e chiedono alla comunità di "esaltare il bene" e non soffermarsi sui problemi e le difficoltà quotidiane. 

In questa giornata tutte le chiese aprono le porte ai fedeli; molte le funzioni previste, in concomitanza con il primo giorno di digiuno e preghiera in preparazione alla Pasqua. P. Arshad John, sacerdote a Lahore, parla di "un tempo propizio per mostrare umiltà e astenerci dalle tentazioni del mondo"; egli esorta i fedeli a "rendere grazie al Signore, nostro Dio. Digiuniamo per Lui, non per far piacere a qualcuno attorno a noi. Digiunare per il Signore e fare la sua volontà, queste devono essere le nostre priorità". P. Arshad chiede infine "a tutti i fedeli" in queste tempo quaresimale di "pregare per la pace nel Paese". 

Da Sialkot, diocesi del Punjab, p. Waris Sohatra ricorda che "in molte parti del Pakistan i cristiani sono perseguitati a causa della loro fede". In particolare, la parte centrale della provincia del Punjab è stata teatro di molti fatti di sangue che hanno visto protagonista, suo malgrado, la minoranza religiosa. "Durante la Quaresima - aggiunte il sacerdote - preghiamo per i cristiani perseguitati e per la situazione attuale del Paese. Iniziamo il tempo quaresimale sottomettendoci alla volontà del Signore, osservando i riti del mercoledì delle Ceneri". 

"La Quaresima è un tempo di sacrificio e di distacco dalle tentazioni e dai fatti del mondo" ricorda infine p. Jamshed Gill, sacerdote e attivista a Hyderabad, la seconda città più popolosa della provincia del Sindh. "I fedeli digiunano e si affidano alla volontà di Dio per quanto riguarda la loro vita - continua - la Quaresima è tempo per rivolgersi al Signore e chiedere perdono, mostrandosi al contempo compassionevoli verso gli altri. Chiediamo infine ai fedeli di pregare per il Pakistan, di pregare per la pace e di pregare per tutti i cristiani". 

Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre presenze di indù (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%). Le violenze contro le minoranze etniche o religiose si verificano in tutto il territorio nazionale, ma negli ultimi anni si è registrata una vera e propria escalation e che ha investito soprattutto i musulmani sciiti e i cristiani. Decine gli episodi di violenze, fra attacchi mirati contro intere comunità - come avvenuto a Gojra nel 2009 o alla Joseph Colony di Lahore del marzo scorso - o abusi contro singoli individui (Asia Bibi, Rimsha Masih o il giovane Robert Fanish Masih, anch'egli morto in cella), spesso perpetrati col pretesto delle leggi sulla blasfemia. 

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