18/09/2007, 00.00
PAKISTAN
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Cristiano “blasfemo” libero dopo un anno: era innocente

di Qaiser Felix
Shahid Masih, 18 anni, era in carcere dal settembre del 2006 con l’accusa di blasfemia contro l'Islam. Assolto anche il presunto complice, musulmano, liberato su cauzione nove mesi fa. La madre del cristiano è morta di dolore dopo l’arresto.
Faisalabad (AsiaNews) – Una Corte di Appello pakistana ha ordinato ieri il rilascio del cristiano Shahid Masih - 18 anni, in carcere dal settembre del 2006 con l’accusa di blasfemia – e lo ha definito “totalmente estraneo” alle accuse. Stesso verdetto anche per il presunto complice, Muhammad Ghaffar, musulmano, liberato su cauzione 9 mesi fa.
 
I due ragazzi erano stati denunciati dal dott. Arshad Masood, musulmano, che aveva dichiarato di aver trovato all’interno della sua clinica alcune pagine del Corano bruciate da Masih e da Ghaffar di notte, mentre non c’era nessuno. L’accusa rientra nei parametri dell’art. 295-b del codice penale pakistano, la famigerata legge sulla blasfemia, che punisce con il carcere o con la pena di morte chi dissacra Maometto o i testi sacri dell’Islam.
 
Munawar Masih, padre di Shahid, dice ad AsiaNews: “Non riesco neanche ad esprimere la mia felicità per questa sentenza. L’unica cosa che mi rattrista è che mia moglie, morta di dolore dopo l’arresto, non sia qui con noi per festeggiare”.
 
Khalil Tahir, presidente dell’Adal Trust [Centro cristiano di aiuto legale ndr] ed avvocato del giovane “blasfemo”, ha organizzato un piccolo incontro di preghiera per ringraziare Dio della sentenza. Il p. Aftab James Paul, direttore della Commissione per il dialogo interreligioso e l’ecumenismo della diocesi di Faisalabad, ha guidato la preghiera.
 
Il sacerdote spiega ad AsiaNews che “le accuse di blasfemia sono quasi sempre false, fabbricate per eliminare dei nemici o rivali economici. Questa legge deve essere abolita, perché non solo colpisce le minoranze del Paese, ma distrugge il dialogo fra le religioni”.
 
Ancora più duro l’avvocato Tahir, che denuncia: “Il caso si è risolto e Masih è uscito di galera, ma nessuno sarà punito per le false accuse e le torture psicologiche subite da questa famiglia, che hanno portato persino alla morte di una persona. Questo autorizza altre persone a fare lo stesso”.
 
Il presidente del Centro chiede poi di ricordare James e Buta Masih, due cattolici di 70 e 65 anni, arrestati per blasfemia nel novembre 2006 e condannati a 10 anni di galera: “Entrambi sono malati ed anziani. Aspettiamo di conoscere la data dell’appello, ma nel frattempo dobbiamo pregare per loro”.
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