19/02/2007, 00.00
INDIA
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Culle in ogni distretto contro gli aborti di feti femminili

di Nirmala Carvalho
Il governo centrale lancia lo “schema delle culle” per incentivare i genitori a non abortire le figlie femmine e piuttosto darle in affidamento allo Stato. Nell’Unione il rapporto femmina/maschio è “allarmante”: a Delhi raggiunge 821/1000, contro 954/1000 della media mondiale. Soddisfatto l’arcivescovo di Mumbai, che vede nell’iniziativa “un proseguimento del lavoro della Chiesa a favore della vita”.
Mumbai (AsiaNews) – Una culla davanti alle sedi governative distrettuali per incoraggiare i genitori di figlie femmine a non abortire, ma dare alla luce la bambina affidandola in custodia al governo. L’India lancia lo “schema della culla” nel tentativo di gestire il “critico” squilibrio numerico tra la popolazione maschile e quella femminile, che trova nel feticidio una delle cause principali. Responsabile dell’applicazione del piano è il ministero per lo Sviluppo delle donne e del bambino che opererà in collaborazione con i vari governi locali. La Chiesa indiana, da sempre impegnata contro ogni forma di aborto e discriminazione sessuale, ha accolto con favore l’iniziativa ribadendo “l’inestimabile valore di ogni vita, per cui i cattolici del Paese lottano da decenni”.
 
Renuka Chowdhury, ministro per lo Sviluppo delle donne e del bambino, ha spiegato: “Vogliamo mettere una culla davanti ad ogni sede dell’amministrazione distrettuale per dire alla gente di partorire le proprie figlie e lasciarle a noi”. E rivolta alle famiglie indiane: “Non uccidete le vostre bambine, siamo davanti ad una situazione critica, non importa se aumenterà il numero di bambini abbandonati, l’importante è evitare infanticidi”. Il ministro ha poi specificato che i genitori possono cambiare idea e chiedere di riavere le figlie.
 
Con l’applicazione dello “schema della culla” il governo spera di risollevare l’“allarmante” rapporto femmina/maschio, che dall’ultimo censimento risulta essere di 933/1000. Secondo recenti stime del Fondo per i bambini delle Nazioni Unite (Unicef), in India ogni giorno nascono 71mila neonati e solo 31mila sono femmine, con un rapporto di 882 femmine per ogni 1000 maschi. Secondo la proporzione mondiale di 954/1000, dovrebbero nascere almeno 38mila bambine ogni giorno. Si ritiene che questo gap, di almeno 7mila bambine al giorno, sia conseguenza dei diffusi feticidi femminili compiuti dai genitori. Nonostante sia punito dalla legge, il feticidio è molto diffuso in India per una supremazia culturale attribuita all’uomo e per l’impegno economico (l’obbligo della dote) che comporta una figlia. Il fenomeno è però molto diffuso anche nelle zone più ricche del Paese. I più colpiti sono gli Stati del nord; la capitale New Delhi registra il tasso più basso con una proporzione di 821/1000. Nel Haryana la stima arriva a 861/1000, mente in Punjab è solo di poco più alta: 876/1000.
 
Mons. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, - vede nel piano del governo il “proseguimento del lavoro portato avanti dalla Chiesa”. Intervistato da AsiaNews l’arcivescovo ha detto di apprezzare l’iniziativa delle culle per proteggere le bambine, “perché nella società indiana esistono ancora forti discriminazioni sessuali”. “Su questo fronte – ricorda – la Chiesa indiana lavora da decenni: le suore di Madre Teresa e altri ordini religiosi già accolgono i bambini indesiderati, lasciando una culla davanti alla porta dei loro istituti”.
E ha aggiunto: “Mentre accogliamo con favore il programma del governo, ribadiamo che le nostre politiche contro ogni tipo di aborto continuano: garantiamo accessibilità ai nostri orfanotrofi, cure e amore ai bambini dei nostri centri e ostelli”. La Chiesa considera “sacra ogni vita, maschile o femminile, dal suo inizio alla sua fine naturale”; per questo contro la “malvagia pratica degli infanticidi” personale cattolico svolge lezioni di etica e morale nelle strutture sanitarie dove “spesso operano medici senza scrupoli”.
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