26/05/2009, 00.00
THAILANDIA
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Cure mediche per le detenute incinte, la battaglia della principessa Thai

di Weena Kowitwanij
La prima nipote di re Bhumibol, ambasciatrice Onu e una laurea in legge, da anni lotta per i diritti delle donne. Nel 2006 è nata una campagna che si occupa delle prigioniere richiuse nelle carceri del Paese, con un progetto specifico dedicato alle gravidanze in carcere.
Bangkok (AsiaNews) – Promuovere la dignità della donna in Thailandia, arginare le violenze contro il mondo femminile, garantire migliori condizioni di vita in carcere partendo dall’assistenza sanitaria per le prigioniere incinte. Sono solo alcune fra le numerose attività sostenute dalla principessa Bajrakitiyabha Mahidol – meglio conosciuta come Principessa Pa – una laurea in legge, 30 anni, parte dei quali spesi a denunciare la situazione delle donne nel Paese.
 
La principessa Pa è ambasciatrice per il fondo Onu dedicato allo sviluppo delle donne (Unifem) e ha raccolto più di 3 milioni di firme a favore della campagna “Diciamo NO alla violenza contro le donne”. Il suo impegno a favore della condizione femminile risale ai tempi dell’università: durante una visita a un carcere, nel 2001, una prigioniera le si è gettata ai piedi chiedendo aiuto. La principessa Pa, colpita dalla disperazione della donna, promette di “tornare non appena ultimati gli studi”. Saranno altre tre – una nel 2006 e due nel 2007 – le visite della prima nipote di Re Bhumibol al penitenziario femminile di Bangkok.
 
Nel 2006 nasce il progetto Kamlangjai, mediante il quale avvia una serie di iniziative per le donne detenute nelle carceri della capitale e nelle diverse province del Paese. Fra queste vi sono visite oculistiche gratuite, cure mediche, raccolta di reggiseno, progetti di assistenza per le donne incinte e corsi di preparazione al parto. “I figli delle prigioniere – afferma la principessa Pa – sono innocenti e alle gestanti vanno garantite cure mediche”. Rattana, una detenuta che deve scontare una pena detentiva che scade nel 2013, esprime “profonda gratitudine” per la “benevolenza dimostrata da Sua altezza reale” e si augura che “continuerà a seguire la condizione delle carcerate, per fornire assistenza e sostegno morale”.
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