13/02/2007, 00.00
GIAPPONE
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C’è più enfasi patriottica nella nuova legge sull’educazione

di Pino Cazzaniga
La legge era stata emanata nel 1947, esaltando i valori democratici e pacifici, in un Paese emerso sconfitto dalla guerra. La nuova direttiva esalta “il patriottismo” e “la tradizione" per rispondere al degrado della situazione giovanile e ai crescenti suicidi..
Tokyo (AsiaNews) - Verso la fine dell’anno scorso è stata approvato il disegno di legge per l’emendamento della “legge fondamentale sull’educazione”. I partiti di opposizione hanno tentato , invano, di bloccarne la presentazione promuovendo una mozione di sfiducia al governo.
 
La legge sull’educazione era stata emanata nel 1947, esaltando i valori democratici e pacifici, in un Paese emerso sconfitto dalla guerra. La nuova direttiva esalta “il patriottismo” e “la tradizione”.
 
Nessuno contesta la necessità e l’urgenza della riforma del sistema educativo in Giappone. La precedente legge fondamentale, formulata 60 anni fa (1947), non risponde piú alle necessità dei tempi. Tra i minorenni sono frequenti i casi di degrado morale: violenza contro i senza tetto con esiti fatali, poco rendimento scolastico, assenteismo alle lezioni, e soprattutto bullismo contro i più deboli. Secondo i dati della polizia nazionale, dal 1996 al 2005 si sono avuti in media 585 suicidi di minorenni. Nei decenni precedenti la motivazione più frequente di quei suicidi era il fallimento negli esami scolastici, attualmente è il bullismo da parte dei compagni prepotenti
 
“Costruire un bel Giappone” è il motto programmatico del nuovo primo ministro Shinzo Abe. Per questo si è impegnato fin dall’inizio (settembre) a continuare il programma delle riforme strutturali inziato dal predecessore, l’eccentrico Junichiro Koizumi. Ma lo stile è diverso. Pochi giorni fa Yasuhiro Nakasone (88), uno dei piu’ influenti politici del dopo-guerra, ha scritto sul quotidiano The Japan Times : “Il passaggio dall’amministrazione Koizumi all’amministrazione Abe rappresenta una transazione storica nella politica giapponese”.
 
Il primo ha praticato una ‘politica teatrale’ facendo appello al sentimento del popolo, specialmente quello delle metropoli, il secondo è ritornato alla pratica della politica incentrata sulla coordinazione e la cooperazione delle forze del partito liberal democratico. “ Koizumi è stato un primo ministro di tipo presidenziale, Abe è il leader che sa coordinare le forze del governo di maggioranza”. Qui gli elementi di tendenza nazionalista sono notevoli
 
Il nuovo stile di governo si è rivelato distintamente nella riforma del sistema educativo . L’approvazione parlamentare dell’emendamento della legge fondamentale dell’educazione (10 dicembre) e la relazione del comitato consultivo per la riforma della scuola (19 gennaio)  rappresentano i culmini dell’iter governativo.
 
La “legge fondamentale per l’educazione” è presentata dai media come la “carta costituzionale per l’educazione”. Quando è stata formulata per la prima volta (verso la fine del secolo XIX) ha avuto come scopo quello di formare generazioni che permettessero al Giappone di diventare una nazione forte nel contesto delle potenze occidentali: nazionalismo e militarismo ne sono stati i pilastri portanti. I risultati catastrofici che ne sono derivati sono a tutti noti.
 
Nel 1947 le autorità di occupazione l’hanno sostituita con una basata su principi democratici. Lo sviluppo delle personalità e l’impegno per formare una società e nazione pacifiche ne erano i principi fondamentali. Di proposito erano state eliminate le esortazioni al nazionalismo. Quella legislazione, pur avendo svolto un ruolo efficace nel prodigioso sviluppo economico della nazione, è stata vissuta con mentalità tipicamente giapponese: le persone uniformemente irregimentate per realizzare il nuovo ideale della società: l’economia.
 
Ma ora quel sistema è sotto processo. Nel dibattito politico, accademico e popolare per correggerlo sono emerse due tendenze: quella personalista e quella culturale. Per i fautori della prima è urgente la formazione delle singole persone, per quelli della seconda la necessita’ del ritorno alla cultura tradizionale. Abe, i ministri da lui scelti e i membri del comitato consultivo favoriscono la seconda opzione.
Onestamente va preso atto che nell’ emendamento della legge fondamentale i due pilastri della precedente non sono stati eliminati, ma ne è stato aggiunto un terzo che, se accentuato, puo’ indebolire gli altri due: tra gli “obiettivi dell’educazione” si sottolinea l’importanza del “patriottismo e il rispetto per la tradizione e la cultura”
 
L’attuale ministro dell’istruzione, Bunmei Ibuki, volendo presentare un esempio per favorire nei giovani il patriottismo, ha indicato la tenacia mostrata dai samurai nel respingere i mongoli nel secolo XIII, anche se la storia ricorda che quell’invasione è stata scongiurata grazie a un eccezionale tifone, battezzato, allora, “vento divino” (kamikaze), che ha distrutto l’ armada navale degli attaccanti.
 
In merito alla “costituzione per l’educazione”, Ugo (Hugh) Cortazzi, ex ambasciatore britannico a Tokyo, scrive che ora “il più grande problema è come rispondere alla nuova legge. L’espressione “rispettare il valore dell’individuo” che appariva nell’ articolo 1 della legislazione del 1947e, è stato sostituito dell’ l’invito a coltivare non solo il rispetto per la tradizione e la cultura, ma anche ‘l’amore per la nazione e la patria’. A coloro, compreso milioni di giapponesi, che hanno sofferto durante le guerre dal 1931 al 1945, quest’ultima frase richiama la mentalità nazionalistica pre-bellica”. 
 
Tuttavia, aggiunge Cortazzi: “non penso che il Giappone ritornerà al militarismo e al nazionalismo estremo. Non mancano, tuttavia, nel governo e nell’ambiente economico elementi con forti tendenze di destra. Desidero sinceramente che siano tenuti sotto controllo”.
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