31/08/2015, 00.00
EGITTO
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Dal 17 ottobre Egitto alle urne per eleggere il nuovo Parlamento

Dopo tre anni i cittadini sono chiamati a scegliere i 568 parlamentari. Favoriti i rappresentanti vicini al presidente al Sisi. Un voto che dovrebbe legittimare la leadership del presidente, capace di rilanciare l’economia del Paese e arginare la deriva estremista islamica.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Le elezioni parlamentari in Egitto, le prime dall’ascesa al potere del presidente Abdel Fattah al-Sisi, si terranno a partire dal prossimo 17 ottobre. È quanto riferisce la commissione elettorale, concludendo il lungo processo volto a ripristinare diritti e democrazia nel Paese arabo. Secondo i critici, infatti, la leadership di al Sisi in seguito alla cacciata dell’ex presidente Mohamed Morsi, espressione del movimento islamico Fratellanza musulmana, è macchiata da repressione e sospensione dello Stato di diritto.

Tuttavia, in questi due anni egli ha saputo garantire crescita economica al Paese (inaugurazione del nuovo canale di Suez) e ha restituito sicurezza e legalità con leggi speciali antiterrorismo

La prima fase di voto prenderà il via il 17-18 ottobre con gli egiziani all’estero e in patria nella due giorni 18-19 ottobre. Una seconda tornata è in programma per il 22-23 novembre. L’ultima fase è prevista fra la fine di novembre e i primi di dicembre, con la giornata finale dei ballottaggi in calendario per il prossimo 2 dicembre. 

Il Parlamento è formato da 568 seggi, di cui 448 occupati in seguito a elezioni diretta e altri 120 assegnati alla lista vincitrice. Fra questi, vi sono anche i seggi riservati - secondo un sistema di quote - alle donne, alla minoranza cristiana, e ai giovani. Una minima parte, comunque non superiore al 5%, può essere assegnata a chiamata dal presidente stesso. 

Per gli esperti i grandi favoriti alle urne sono i fedelissimi di al Sisi, nel contesto di un voto dagli esiti che appaiono scontati e servirà soprattutto a restituire legittimità alla leadership del presidente - ed ex capo dei militari - agli occhi dei govern occidentali. A dispetto dei timori di repressioni, infatti, egli è il solo baluardo capace di opporsi ai movimenti jihadisti e alla frangia estremista islamica interna. 

Concluse le operazioni di voto, in programma in un primo momento nel 2014 e più volte rimandate per questioni legali e relative alla sicurezza, “entro la fine dell’anno” si dovrebbe procedere alla formazione del nuovo Parlamento. Il precedente, eletto nel 2011, dopo la cacciata del dittatore Hosni Mubarak e formato in larga maggioranza da membri del partito islamista, è stato sciolto dalla Corte costituzionale ed è vacante da tre anni.

Dopo il colpo di Stato dei militari, l’Egitto si è dotato nel gennaio 2014 di una nuova Costituzione e a maggio ha celebrato le elezioni presidenziali, le quali hanno confermato il successo del presidente al Sisi. 

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