06/07/2009, 00.00
INDIA
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Dal bilancio in parlamento gli indiani si aspettano più liberalizzazione

di CT Nilesh
Una ricerca sull’economia del Paese domanda minore nazionalizzazione e privatizzazione di petrolio ed energia; meno ostacoli al capitale straniero; meno tasse. Ma lo Stato ha un pesante deficit fiscale e afflitto dalla piaga di populismo e regionalismo.

Mumbai (AsiaNews) - Il bilancio che viene presentato oggi al parlamento indiano tenterà di equilibrare la crescita con l’orientazione sociale e con la prudenza fiscale. Con ogni probabilità si continuerà ad aumentare la spesa nelle infrastrutture, nella sanità e nell’educazione. Considerando l’aumento della necessità di grandi capitali, ci si aspetta un’apertura di vari settori  agl’investimenti stranieri diretti  e indiretti (FDI/FII).

Una settimana fa i giornali hanno pubblicato una ricerca sull’economia nazionale (Economic Survey ’09). Essa sottolinea la necessità di “tre D”: de-controllare (liberalizzazione), de-nazionalizzare, dis-investire. Queste sono le richieste e le speranze. Ma se guardiamo al bilancio ferroviario già presentato in parlamento, il pericolo di populismo e di regionalismo non è stato evitato. Un terzo delle proposte del bilancio delle ferrovie è a favore del West Bengal, lo Stato di provenienza del ministro delle ferrovie, la sig.a Mamata Banerjee.

Il desiderio di imprenditori ed economisti è riportato nell’ Economic Survey ’09:

- Togliere il capitale governativo da almeno il 10% delle industrie nazionalizzate, mettere all’asta quelle che sono in perdita in modo da realizzare ogni anno 250 miliardi di rupie

- Togliere il controllo dei prezzi dei prodotti del petrolio. Eliminare gradualmente i sussidi per il kerosene e limitare i sussidi al gas da cucina a 6-8 bombole per casa per anno

- Eliminare il permesso governativo per licenziare gli operai nelle grosse industrie aumentando però il compenso; permettere il contratto a termine per i lavori non essenziali

- Aumentare la partecipazione di capitale straniero al 49% nelle assicurazioni e nella difesa e al 100% in categorie speciali

- Permettere la partecipazione privata straniera al 49% anche nel nucleare

- De-nazionalizzare il carbone e vendere ai privati i vecchi pozzi del petrolio. Far diventare competitiva l’industria elettrica lasciandola libera.

- Permettere la partecipazione del capitale straniero anche nella vendita  al dettaglio cominciando con gli alimentari

- Togliere il controllo sullo zucchero e sui fertilizzanti sussidiando il consumatore e non il produttore

Questi sono alcuni del suggerimenti dell’Economic Survey.

Tutti si aspettano che il ministro delle finanze indichi una chiara via che conduca ad una crescita economica sostenibile. Il deficit fiscale dà preoccupazione e deve essere controllato. Forse il Bilancio del 2009 darà delle disillusioni, ma a lungo andare dovrebbe essere salutare. Ci dovrebbe essere una tassa uniforme sul cemento. Alcuni cambiamenti sono già stati introdotti lo scorso anno, ma ci si aspetta che il governo mantenga lo status quo anche sul altri fattori.

Provvedimenti monetari e fiscali introdotti finora per controllare il rallentamento possono portare all’inflazione. L’Economic Survey richiede grosse riforme per migliorare il clima per investimenti.

Il ministro delle finanze forse desidera aumentare la spesa sociale ma questo richiede un aumento di risorse. Potrebbe pensare di alleggerire le tasse, ma deve pensare alla diminuzione delle entrate ed il deficit fiscale è già problematico. I prezzi del carburante sono già stati aumentati la scorsa settimana e la gente si aspetta un aumento dei prezzi del cibo. La Survey suggerisce anche l’eliminazione di alcune tasse come la Commodity Transaction Tax (STT) e la Fringe Benefit Tax (FBT), che anche gli industriali avevano richiesto da un po’ di tempo.

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