24/11/2010, 00.00
TIBET
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Dalai Lama: il ritiro sarà dagli affari amministrativi, non da quelli religiosi

di Nirmala Carvalho
Il Parlamento tibetano in esilio si riunirà nel marzo 2011 per sapere dal Dalai Lama in che forma vorrà realizzare il suo progetto. Continuano in Tibet proteste e arresti contro l’occupazione cinese, e si ha notizia di una condanna a morte contro un giovane leader delle manifestazioni di Lhasa 2008.

Mumbai (AsiaNews) - Il Dalai Lama vuole realmente ritirarsi, e in che forma? Parlando ad AsiaNews, Penpa Tsering, portavoce del Parlamento tibetano in esilio, ha detto che “Dobbiamo aspettare fino a marzo del 2011, quando il parlamento sarà in sessione per capire la natura e il contenuto di quello che sarà il discorso del Dalai Lama. Fino a quel momento si possono solo azzardare supposizioni. Comunque anche in precedenza ha espresso il desiderio di ritirarsi”.

Alla domanda su come sia possibile il ritiro per un leader spirituale, Penpa Tsering ha risposto: “Il Dalai Lama non può ritirarsi dalla sua leadership spirituale, resterà per sempre il nostro capo spirituale. Il Dalai Lama è anche il capo di Stato e di governo e tutte le questioni amministrative importanti sono presentate a lui, si cerca sempre il suo consiglio, e lo si segue in tutto ciò che riguarda i problemi del popolo tibetano. Il ritiro, di cui leggiamo sui giornali, sarà probabilmente solo dall’amministrazione, ma dobbiamo aspettare marzo per ascoltare il suo discorso al Parlamento”.

Il Dalai Lama è stato insignito della laurea “honoris causa” in Lettere dall’università Jamia Millia Islamia. L’università ha voluto onorare “Sua santità, il 14mo Dalai Lama del Tibet, una delle figure e dei maestri più rispettati del nostro tempo, che si batte per la ragione, l’umanesimo, la non violenza la pace e la benevolenza universale”. Rivolgendosi agli studenti, il Dalai Lama ha detto: “Il 20mo secolo è stato un secolo di spargimenti di sangue, ma nulla è stato ottenuto se non spargimento di sangue. Il 21mo secolo deve essere un secolo di pace, e voi gli darete forma”. Ha aggiunto che l’istruzione, l’etica e la morale sono gli strumenti necessari a raggiungere questo scopo.

Intanto continuano in Tibet proteste, spesso di individui isolati o di piccoli gruppi, seguite immediatamente dall’arresto da parte dei cinesi. Nei giorni scorsi è filtrata la notizia che un giovane attivista tibetano è stato condannato a morte da un tribunale cinese, con sospensione di due anni della condanna.La condanna sarebbe arrivata a maggio ad opera della Lhasa Intermediate People's Court, ma non se ne e' avuta notizia. Sonam Tsering, questo il nome del ragazzo, è originario della contea di Derge Palyul nella regione tibetana del Kham. Il giovane è stato condannato per aver preso parte, fra i leader, alle proteste di Lhasa nel marzo del 2008, in occasione del giro della fiaccola olimpica. Sonam e' stato arrestato subito dopo i fatti di Lhasa, per i quali era stata messa anche una taglia sulla sua testa, ma é evaso, per poi essere riarrestato nell'ottobre del 2009. Al momento non si hanno più notizie di lui, non si sa dove sia detenuto e quali siano le sue condizioni di salute.

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