16/04/2013, 00.00
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Dall'Asia solidarietà, ma anche critiche agli Stati Uniti dopo l'attacco alla maratona di Boston

I talebani in Pakistan negano ogni coinvolgimento. Dall'India le condoglianze di Manmohan Singh. Indiani in America condannano il terrorismo di matrice religiosa. Il Consiglio per le relazioni americane- islamiche domanda preghiere per le vittime e una presta cattura dei colpevoli. In Cina si ammira la diffusione delle notizie sull'attentato, senza filtri o censure. Altri criticano la politica americana in Medio oriente, "causa" di queste violenze. A Boston cresce il bilancio delle vittime: tre morti, fra cui un bambino di 8 anni. Centinaia di feriti, decine in modo molto grave; diversi hanno subito amputazioni.

Hong Kong (AsiaNews) - La notizia delle due bombe esplose durante la maratona di Boston ha generato una valanga di solidarietà sui blog dell'Asia. Qua e là vi sono anche critiche alla politica statunitense, soprattutto in Medio oriente, vista come la causa di questo attacco terrorista.

Ieri alle 14.50, ora locale, due bombe sono esplose vicino a Copley Square a Boston, quasi vicino alla linea di arrivo della maratona amatoriale, a cui partecipavano giovani, ma anche anziani, bambini, disabili. Le esplosioni hanno causato la morte di tre persone, fra queste anche un bambino di 8 anni, che assisteva assieme alla madre  alla gara del papà. Il padre e la madre del bambino sono fra le centinaia di feriti. Almeno 17 di loro sono assolutamente gravi; alcuni hanno dovuto subire amputazioni.

La polizia afferma di non aver ricevuto in precedenza alcun segnale di possibili attentati. Finora nessun gruppo ha rivendicato il gesto. Per timore di attacchi terroristi, la sicurezza è stata accresciuta a New York e a Washington.

La maratona di Boston quest'anno ha radunato circa 25mila corridori e centinaia di migliaia di spettatori.

In Cina, su siti e blog vi è molta partecipazione al dolore degli americani. Un post in particolare è stato molto seguito: quello di un giornalista cinese che dice di essere fra gli spettatori di Boston, e che ha dato notizia delle esplosioni e della situazione in tempo reale.

Alcuni commentano apprezzando la libertà dei media negli Usa: "tutti i siti internet e le televisioni - si afferma - stanno riportando in diretta, non c'è alcun filtro o blocco";  e riferendosi alla Cina, si dice che "c'è bisogno urgente di cambiare il modo con cui si scrivono le notizie".

Altri commenti criticano gli Stati Uniti per la sua politica in Medio Oriente. Wu Danhong, assistente all'università di Scienze politiche e legge di Pechino, fa notare con astio che molti simpatizzanti delle vittime di ieri "scelgono di ignorare che all'inizio di aprile truppe americane in Afghanistan hanno ucciso 17 civili, compresi 12 bambini, in un attacco contro i talebani. E nella serata del 14 aprile, un drone Usa ha causato la morte di quattro persone in Pakistan".

Dal Pakistan, i talebani hanno negato qualsiasi coinvolgimento nell'attentato di ieri . In passato gruppi fondamentalisti hanno rivendicato - più o meno direttamente - la partecipazione ad attacchi sul suolo americano, tra gli altri la tentata strage del 2010 a Times Square (New York). Ma questa volta respingono ogni addebito. Interpellato dall'agenzia Afp, il portavoce talebano Ehsanullah Ehsan pur rivendicando la legittimità di "attacchi agli Stati Uniti e ai suoi alleati" ha però aggiunto che "non siamo coinvolti in questo gesto".

In India, il premier Manmohan Singh, condannando le violenze di Boston, ha espresso solidarietà verso gli Usa, nella lotta contro il terrorismo. Egli ha scritto un messaggio al presidente Barack Obama, esprimendo stupore e tristezza per l'attacco "oltraggioso".

Associazioni di indiani in America hanno condannato le esplosioni: "Il terrorismo - afferma il gruppo dei Punjabi - non ha religione o razza o nazionalità. Dobbiamo rimanere uniti contro il terrore, Chiunque sia il colpevole, la religione non giustifica questi atti di violenza".

Il Consiglio per le relazioni americane-islamiche, attraverso il suo direttore Nihad Awad, ha condannato" il codardo attacco esplosivo sui partecipanti e gli spettatori della maratona di Boston. Domandiamo alle persone di ogni fede di pregare per le vittime e i loro cari e per una spedita guarigione dei feriti. Domandiamo anche una presta cattura e punizione per i colpevoli".

 Gli abitanti della Malaysia hanno affidato al popolare social network Twitter le condoglianze per l'attentato negli Stati Uniti. Gli hashtag "Boston Maraton" e #prayforboston hanno raggiunto in breve tempo la vetta, risultando i più diffusi e rilanciati fra gli utenti del Paese asiatico. Il maratoneta Chin Ann, che disputerà una gara nelle Filippine il prossimo fine settimana, assicura che pregherà per i morti e osserverà un minuto di silenzio. Egli ha inoltre scritto sul proprio profilo che "la gioia di correre una maratona non sarà più la stessa". Anche l'utente Aric Ting esprime shock e commozione per l'attacco e assicura "preghiere per Boston dalla Malaysia" per un "evento tragico. Il mio cuore e le mie preghiere vanno alle famiglie e agli amici delle vittime".

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