17/03/2013, 00.00
VATICANO
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Decine di migliaia di fedeli al primo Angelus di papa Francesco

Il papa ricorda "la pazienza" di Dio che è la misericordia. "Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe". L'insegnamento del card. Kasper affianco a quella di una vecchia ultraottantenne di Buenos Aires. La benedizione senza canto. I saluti finali solo in italiano. La conclusione: "Buona domenica e buon pranzo!".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Decine di migliaia - forse fino a 300 mila - fedeli hanno assiepato piazza san Pietro e le vie limitrofe per partecipare al primo Angelus di papa Francesco dalla finestra del suo studio. Nel clima rigido e ventoso, molti gruppi, movimenti, parrocchie e associazioni sono arrivati nella piazza fin dalle prime ore del mattino portando striscioni, cartelli, immagini, bandiere da tutto il mondo, anche argentine, da dove proviene il nuovo pontefice.

Parlando in italiano, il papa si è rivolto alla folla gridando "Fratelli e sorelle, buongiorno!".  E ha proseguito: "Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, oggi posso rivolgere di nuovo il mio saluto a tutti! E sono felice di farlo di domenica, nel giorno del Signore! Questo è bello è importante per noi cristiani: incontrarci di domenica, salutarci, parlarci come ora qui, nella piazza. Una piazza che, grazie ai media, ha le dimensioni del mondo".

Riferendosi poi al vangelo della domenica, dell'adultera (Giova. 8, 1-11), papa Francesco - con parole simili a quelle usate nell'omelia a sant'Anna, poche ore prima - egli ha ricordato che nell'atteggiamento di Gesù "non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia che invitano alla conversione. 'Neanche io ti condanno: va' e d'ora in poi non peccare più!'. Eh, fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza! Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Eh, quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza: ha pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito".

Per rafforzare il suo pensiero, il pontefice ha portato due esempi: uno di un libro del card. Walter Kasper sulla misericordia, da lui letto in questi giorni ("ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali, eh?", ha detto); uno sull'insegnamento da lui ricevuto da una donna ultraottantenne a Buenos Aires.

"Il cardinale Kasper  - ha spiegato - diceva che sentire misericordia, questa parola cambia tutto. E' il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po' di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo padre misericordioso che ha tanta pazienza ... Ricordiamo il profeta Isaia, che afferma che anche se i nostri peccati fossero rossi scarlatti, l'amore di Dio li renderà bianchi come la neve".
Di seguito ha aggiunto: "Ricordo, appena vescovo, nell'anno 1992, è arrivata a Buenos Aires la Madonna di Fatima e si è fatta una grande messa per gli ammalati. Io sono andato a confessare, a quella messa. E quasi alla fine della messa mi sono alzato, perché dovevo amministrare una cresima. E' venuta da me una donna anziana, umile, molto umile, ultraottantenne. Io l'ho guardata e le ho detto: 'Nonna - perché da noi si dice così agli anziani: nonna - lei vuole confessarsi?'. 'Sì', mi ha detto. 'Ma se lei non ha peccato ...'. E lei mi ha detto: 'Tutti abbiamo peccati ...'. 'Ma forse il Signore non li perdona ...'. 'Il Signore perdona tutto', mi ha detto sicura. 'Ma come lo sa, lei, signora?'. 'Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe'. Io ho sentito una voglia di domandarle: 'Mi dica, signora, lei ha studiato alla [università] Gregoriana?', perché quella è la sapienza che dà lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso la misericordia di Dio".

E ha concluso: "Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai!... Il problema è che noi ci stanchiamo di chiedere perdono! Lui, mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l'intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo".

Dopo la preghiera dell'Angelus, a differenza del solito, papa Francesco ha dato la benedizione in latino, non cantata. E sempre a differenza del solito, non ha fatto i saluti nelle diverse lingue, ma ha usato l'italiano per ringraziare tutti i presenti, chiedendo loro di pregare per lui: "Grazie della vostra accoglienza e delle vostre preghiere. Pregate per me, ve lo chiedo. Rinnovo il mio abbraccio ai fedeli di Roma e lo estendo a tutti voi, e lo estendo a tutti voi che venite da varie parti dell'Italia e del mondo, come pure a quanti sono uniti a noi attraverso i mezzi di comunicazione. Ho scelto il nome del Patrono d'Italia, San Francesco d'Assisi, e ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra, dove - come sapete - sono le origini della mia famiglia. Ma Gesù ci ha chiamati a far parte di una nuova famiglia: la sua Chiesa, in questa famiglia di Dio, camminando insieme sulla via del Vangelo. Che il Signore vi benedica, che la Madonna vi custodisca; che non dimenticate questo: il Signore mai si stanca di perdonare! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono". E ha concluso con un sonoro e familiare: "Buona domenica e buon pranzo!". La folla è scoppiata in delirio.

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