31/07/2019, 10.53
INDIA
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Delhi, stop al divorzio islamico: per il ‘triplo talaq’ fino a tre anni di carcere

Il premier Modi: “Un gesto a favore delle donne”. In caso di separazione, i musulmani devono sostenere finanziariamente le proprie mogli. Ad esse spetterà la custodia dei figli. Critici accusano il governo di pregiudizi e temono per la libertà religiosa delle minoranze.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Il parlamento indiano ha approvato ieri una legge che vieta il “triplo talaq”, l’antica pratica islamica per ottenere il “divorzio istantaneo” da una donna attraverso la ripetizione – in forma verbale o scritta – della formula “ti ripudio, ti ripudio, ti ripudio”. Oltre ad una pena detentiva di massimo tre anni e una multa, il provvedimento imporrà agli uomini musulmani di sostenere finanziariamente le proprie mogli, alle quali spetterà la custodia dei figli.

L'India non dispone di alcuna legge civile uniforme per matrimonio, divorzio e proprietà. La Costituzione consente ai fedeli di ogni fede di usare le norme religiose per governare tali questioni. Il Bharatiya Janata Party (Bjp), formazione politica nazionalista indù guidata dal premier Narendra Modi, da tempo spinge affinché sia applicato un codice comune. Le minoranze si oppongono, temendo che il partito voglia in realtà erodere la loro libertà di religione.

La nuova legge solleva nel Paese il dibattito sulle interferenze del governo nella vita delle comunità religiose: da tempo critici accusano il Bjp di avere pregiudizi verso la minoranza islamica. L’amministrazione Modi è riuscita a ratificare la normativa nonostante la forte resistenza di diversi partiti di opposizione ed un precedente tentativo fallito di spostare il disegno di legge nella Camera alta.

“Una pratica arcaica e medievale è stata finalmente confinata nella pattumiera della storia”, dichiara il premier sui suoi profili social. “Il parlamento abolisce il triplo talaq e corregge un errore storico commesso nei confronti delle donne musulmane. Questa è una vittoria della giustizia di genere e favorirà ulteriormente la parità sociale. Oggi l'India esulta!”.

La battaglia contro il divorzio verbale islamico è un’iniziativa delle donne musulmane riunite nell’associazione Bharatiya Muslim Mahila Andolan (Bmma). Nel 2016 la Bmma ha deciso di sfidare il sistema matrimoniale musulmano presentando una petizione alla Corte suprema indiana. Con una sentenza dell’agosto 2017, i giudici hanno definito la pratica “incostituzionale”, lasciando però la definizione della materia nelle mani del Parlamento.

Nel Paese, quello islamico è il secondo gruppo religioso: i musulmani sono circa 180 milioni e rappresentano poco più del 14% della popolazione. Alcuni gruppi interni alla comunità affermano che il triplo talaq è sbagliato ma sostengono che la pratica dovrebbe essere rivista dai leader della comunità piuttosto che dal governo.

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