14/06/2007, 00.00
SRI LANKA
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Deportazioni di tamil: il governo si difende attaccando la comunità internazionale

Secondo il ministro della Difesa, i Paesi occidentali “fanno i prepotenti” con lo Sri Lanka usando “infondate” denunce sul deterioramento dei diritti umani nel Paese. Mentre si nega la responsabilità dell’esercito per le numerose sparizioni, notizie non ufficiali dicono che è di p. Jim Brown il busto mutilato rinvenuto mesi fa a Jaffna. Arcivescovo di Colombo: “Ormai la sacralità della vita è diventata solo un mito.
Colombo (AsiaNews) – Il governo dello Sri Lanka attacca senza mezzi termini la comunità internazionale dopo le accuse di violazione dei diritti umani piovutegli contro in seguito alla vicenda della deportazione di tamil da Colombo motivata con “ragioni di sicurezza”. In un’intervista alla BBC il ministro della Difesa, Gotabaya Rajpakse, ha dichiarato che le denunce sul deterioramento dei diritti umani nel Paese sono infondate e servono alle grandi potenze per “fare i prepotenti” con Colombo. “Gran Bretagna, Europa e Paesi occidentali possono fare quello che vogliono – ha affermato in un’intervista il ministro - tanto non dipendiamo da loro”. Proprio per “preoccupazioni” legate ai diritti dell’uomo all’inizio dell’anno, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno ridotto una parte degli aiuti a Colombo.
Secondo il ministro, fratello del presidente Mahinda Rajapkse, è impensabile che l’operato del governo possa essere completamente giusto e rispettoso nel momento in cui deve affrontare la minaccia del terrorismo. Non risparmia critiche neppure alle Nazioni Unite, dove – a suo parere – “in 30 anni si sono infiltrati numerosi elementi dei ribelli tamil”. Sia Londra che Onu hanno respinto con fermezza le accuse; mentre l’opposizione in Parlamento oggi si è distanziata dalle dichiarazioni del ministro accusandolo di “non avere nessuna autorità per prendere simili posizioni”.
Riguardo le numerose denunce di scomparse e sparizioni nella zone controllate dai militari governativi Rajapakse spiega: “Tutti gli eserciti usano compiere operazioni segrete, che da noi invece vengono chiamati sequestri. Ma questo è giocare con le parole”. Tra le migliaia di casi di sparizione avvenute in aree in mano ai militari di Colombo, vi è anche quella di p. Jim Brown, del quale non si ha notizia dallo scorso 20 agosto. È di questi giorni la notizia, non confermata ancora ufficialmente, che un busto mutilato rinvenuto a marzo potrebbe essere proprio quello del giovane parroco di Allaipiddy, nel nord.
Da quando, oltre un anno fa, il Paese è ripiombato nella spirale dei combattimenti fra Tigri tamil ed esercito, sono quasi 5mila le vittime, tra le quali molti civili, e centinaia di migliaia gli sfollati nelle regioni nordorientali. Nella sua omelia per la messa del Corpus Domini lo scorso 10 giugno, l’arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Gomis, ha ricordato: “Chiunque siano i criminali, il popolo sta sperimentando solo terrore e tirannia. Oggi è un gruppo, domani è un altro. Assistiamo a crescenti violenze non solo nelle zone di guerra, ma in tutto il Paese. La gente ha perso valori morali ed etici: tutto ciò dimostra che la sacralità della vita è diventata ormai solo un mito”.
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