08/06/2010, 00.00
BANGLADESH
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Dhaka, ripristinato l’accesso a Facebook; vacilla la libertà di stampa

di William Gomes
Il governo riapre le connessioni al social network, oscurato il 29 maggio. Ma Facebook ha ritirato le caricature di Maometto. Critica la situazione della libertà di stampa: polizia e servizi segreti chiudono il quotidiano nazionale Daily Amar Desh e imprigionano il direttore, l’editore e alcuni giornalisti della testata.

Dhaka (AsiaNews) – Il governo ripristina l’accesso a Facebook dopo che sono stati ritirati i contenuti  giudicati “offensivi”. Il famoso social network era stato oscurato il 29 maggio, dopo che erano apparse caricature del profeta Maometto, perché “lesivo dei sentimenti religiosi della maggioranza musulmana della popolazione”. I musulmani in Bangladesh raggiungono il 90% della popolazione.

La situazione della libertà di stampa rimane però critica.

Dal primo giugno il governo ha chiuso il quotidiano nazionale Daily Amar Desh. La polizia, insieme ai servizi segreti, ha fatto irruzione negli uffici del giornale bloccando la stampa in corso del quotidiano.

Il 2 giugno sono stati arrestati Mahmudur Rahman, direttore della testata, con alcuni colleghi e l’editore Hashmat Ali. Gli attivisti dell’Asian Human Rights Commission (Ahrc) dichiarano che la National Security Intelligence ha agito senza mandato d’arresto o ordine di detenzione.

La famiglia dell’editore ha rivelato ad AsiaNews che Hashmat Ali, in prigione, ha dovuto firmare fogli bianchi riempiti, in seguito, da ufficiali dei servizi segreti. Hashmat Ali è stato così obbligato a rassegnare le dimissioni da editore del Daily Amar Desh, e a fare dichiarazioni diffamanti contro il direttore Mahmudur Rahman.

Il Ministro dell’Informazione del Bangladesh Abul Kalam Azad ha detto ad AsiaNews che la chiusura del quotidiano non è stata una decisione presa dal governo, ma dal vice-commissario di Dhaka. Gli attivisti per i diritti umani dichiarano “risibile” la lavata di mani e l’estraniazione del governo, visto che questo non è il primo caso di soppressione della libertà di stampa in Bangladesh, ma solo l’ultimo di un trend negativo in atto da molto tempo. Il governo ha già soppresso due emittenti televisive private e diversi giornali.

Invocando l’intervento del Consiglio Onu per i diritti umani, l’Ahrc chiede al governo, accusandolo di porre in serio pericolo l’intero processo democratico, di rilasciare immediatamente i giornalisti detenuti in prigione, di ripristinare le pubblicazioni soppresse e di avviare un’inchiesta credibile sui soprusi avvenuti.

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