15/01/2021, 13.55
BANGLADESH
Invia ad un amico

Dhaka, 9 islamisti rinunciano alla lotta armata: La violenza è la strada sbagliata

di Sumon Corraya

Hanno terminato un programma di “deradicalizzazione” gestito dall’unità anti-terrorismo. Inizieranno una nuova vita con il sostegno dello Stato. La voglia di tornare alla “normalità”. Lottare contro il fondamentalismo, respinto dalla maggioranza della popolazione.

Dhaka (AsiaNews) – Nove militanti islamisti hanno rinunciato ieri alla lotta armata e si sono ricongiunti con le proprie famiglie. Essi hanno terminato un programma di “deradicalizzazione” gestito dal Battaglione di azione rapida, l’unità anti-terrorismo d’élite del Paese.

Sei dei novi radicali musulmani appartenevano al Jamaat-ul Mujahideen Bangladesh e il resto ad Ansar-al-Islam. Per iniziare una nuova vita, essi hanno ricevuto dal governo una somma in denaro e assistenza formativa.

Il ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan Kamal ha partecipato alla cerimonia in cui gli ex guerriglieri sono stati riconsegnati ai propri familiari. Egli ha condannato le azioni delle forze islamiste, colpevoli di “uccidere i fedeli delle minoranze religiose”. Kamal ha sottolineato che le autorità non hanno alcuna tolleranza verso il fondamentalismo, come la maggior parte della popolazione.

Le formazioni radicali hanno iniziato a proliferare in Bangladesh dal 2004. Molti militanti sono stati addestrati e indottrinati in Medio Oriente; il primo giugno 2016 essi hanno compiuto l’attentato più sanguinoso, colpendo il Gulshan Cafè a Dhaka: vi hanno perso la vita 29 persone, compresi nove italiani.

Nel raccontare la sua storia, Abida Jannat Asma, una dei nove ex militanti, si rammarica per aver imboccato il “percorso sbagliato”. Ella si è radicalizzata dopo aver sposato un fondamentalista conosciuto all’università. Da allora la sua è stata una vita “in fuga”, senza poter prendere parte ad alcuna attività sociale. Abida vuole tornare alla normalità e invita il marito e tutti i militanti islamisti a fare lo stesso.

Shaon Muntaha Ibn Shawkat, un altro dei nove ex miliziani, dice che con la violenza non si possono conquistare i cuori delle persone. Egli racconta di essersi radicalizzato su internet e di aver coinvolto anche la sua famiglia: “Abbiamo vissuto per anni braccati dalla polizia. La militanza stava rovinando la vita di mia moglie e dei miei figli. Da oggi cambieranno le cose e io combatterò contro il fondamentalismo”.  

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Dhaka, ex islamista: ‘Costruiamo un mondo nuovo con l’amore, non con l’odio e la violenza’
22/01/2021 14:59
Gruppi islamisti cercano reclute nelle comunità transgender
12/03/2021 10:38
Sopravvissuti alla strage del Gulshan Café: Ancora non dimentichiamo l’orrore di quella notte
02/07/2018 12:18
Una nuova chiesa alla periferia di Dhaka, segno di ‘Cristo tra i migranti’ (Foto)
28/11/2019 11:30
La strage di Dhaka e la lezione di Regensburg capita solo a metà
05/07/2016 11:21


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”