28/04/2004, 00.00
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Dietro gli scontri religiosi, lo zampino dell'esercito

Jakarta (AsiaNews) –  Quarto giorno di violenze ad Ambon, la capitale delle Molucche. Stamane un poliziotto è rimasto ucciso e 13 persone sono state ferite. Continuano anche gli incendi che hanno ridotto in cenere la chiesa protestante di Nazareth e l'università cristiana delle Molucche (Ukim, Universitas Kristen Indonesia Maluku), restaurata da poco. Era stata distrutta nel 2000, durante l'ultima guerra. In questi giorni diverse centinaia di case sono state distrutte dal fuoco. Da domenica, quando sono iniziati gli scontri fra fazioni cristiane e  musulmane, il bilancio delle vittime è di 39 morti e 159 feriti. Ma personalità religiose ed analisti politici cominciano a vedere lo zampino dell'esercito dietro al conflitto islamo-cristiano.

"Gli scontri sono ancora in corso, dice p. Kees  Böhm , msc (missionario del Sacro Cuore), direttore del Centro di Crisi di Amboina. "L'unico luogo sicuro per i protestanti e i cattolici del centro di Ambon sono la casa dei missionari e la parrocchia", ha detto ad AsiaNews  un cittadino della capitale, mostrando quanta tensione vi è ancora nella provincia delle Molucche, dopo 4 giorni di violenze.

Gli uffici del governo – situati nella zona di Talake , una delle aree più colpite - sono stati abbandonati all'inizio degli scontri. "Ora, afferma p.  Böhm, il posto è usato come covo da misteriosi cecchini. Una delle loro vittime è un poliziotto delle Brigate Mobili, appena arrivato da Jakarta. E oggi se ne ritorna indietro, cadavere, in un body-bag". Colpi di arma da fuoco hanno ferito gravemente anche un altro poliziotto; il giorno prima altri due membri delle forze dell'ordine sono stati uccisi da cecchini.

Il presidente del Sinodo Protestante, il ministro Izak Hendriks è riuscito a bloccare un gruppo di giovani protestanti che avevano pianificato alcune sortite per vendetta.

Il vescovo di Ambon, mons. Pietro Canisius Mandagi, msc è preoccupato e perplesso riguardo agli scontri. Secondo il presule, gli ultimi scontri non sono una guerra fra due diversi partiti, cristiani e musulmani. Ieri, in una intervista a Radio Nederland egli ha affermato: " Non sono sicuro che si tratti di uno scontro interreligioso. È meglio dire che gli scontri sono fra un gruppo che sostiene l'integrità del territorio indonesiano e un gruppo di separatisti che vuol far vivere una Repubblica delle Molucche del Sud , il Sovereignity Moluccas Front (Fkm). Quel che è certo – egli ha aggiunto – è che qualche gruppo sta usando il raduno dell'Fkm per ricordare i 54 anni della fallita indipendenza delle Molucche, avvenuto domenica scorsa, come il momento giusto per diffondere terrore e violenza. "Non so quale sia il loro scopo, facendo scoppiare questa brutale tragedia", ha concluso mons. Mandagi.

Alcuni analisti politici di Jakarta sono sicuri che dietro gli scontri di Ambon vi sia una "ampia strategia" da parte di alte personalità militari interessate a creare il caos prima delle elezioni presidenziali il prossimo 5 luglio. " I militari stanno tornando ancora in politica", ha dichiarato un analista che ha chiesto l'anonimato. "Essi creano disordini e scontri per suggerire che solo un presidente con un passato da militare può essere capace di mettere  a posto le cose". Il che fa emergere la domanda: chi sono i cecchini che si nascondono negli uffici del governo a Talake?

Intanto l'idea del conflitto religioso si diffonde nell'arcipelago. Ieri, migliaia di musulmani a Solo (Giava centrale) hanno organizzato una manifestazione a favore dei musulmani di Ambon. Alcune associazioni musulmane hanno protestato a Jakarta contro il processo ad Abu Bakr Bashir, sospetto terrorista della Majelis Mujahiddin Indonesia (Mmi). La manifestazione era presieduta da Din Syamsuddin, appartenente all'organizzazione musulmana Muhammadiyah, la seconda del paese. Egli ha condannato l'operato delle forze di polizia ad Ambon, che ha protetto i separatisti e gli attivisti del Fkm dagli assalti. "la polizia dovrebbe arrestarli, non proteggerli", ha detto.

L'Unione Indonesiana delle Chiese (PGI) ha espresso dolore per la nuova vampata di scontri interreligiosi. Nathan Setiabudi, presidente dell'Unione, ha affermato "Il PGI deplora gli scontri settari e chiede che si concluda il conflitto. E incoraggiamo i leader religiosi delle diverse fedi a fare dei passi per fermare la violenza. Queste nuove violenze  hanno messo in crisi la pace conquistata dal popolo delle Molucche, dopo i conflitti settari iniziati nel '99".

Nathan Setiabudi ha negato le accuse secondo cui i cristiani di Ambon sostengono il movimento separatista della Repubblica delle Molucche del Sud. Egli ha anche chiesto ai vari gruppi di non accettare provocazioni che potrebbero portare a ulteriori violenze.

Il Comitato indonesiano per le Religioni e la Pace, ha affermato che la più precisa spiegazione per le violenze ad Ambon è la parola "provocazione". Il Comitato raccoglie responsabili religiosi indù, musulmani, confuciani, buddisti, cattolici e protestanti. Il loro raduno si è tenuto nella sede della Muhammadiyah. Qui, il rappresentante musulmano Din  Syamsuddin ha detto. "Chiediamo a tutti di resistere alle provocazioni da parte di 'terze parti' che hanno ' motivi politici'". (MH)

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