21/03/2018, 11.12
CINA-ONU
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Diplomatico di Pechino cerca di zittire il dissidente Yang Jianli all’Onu

Al Consiglio Onu per i diritti umani si discuteva sulla necessità che le ong svolgano il loro lavoro a favore dei diritti umani senza interferenze. Il diplomatico Chen Cheng ha cercato di bloccare il discorso del dissidente.

Ginevra (AsiaNews/Agenzie) – Un diplomatico di Pechino ha cercato in ogni modo di interrompere il discorso di un dissidente cinese davanti al Consiglio Onu per i diritti umani.

Yang Jianli, un dissidente ai tempi di Tiananmen, ora in esilio negli Usa, era stato invitato ieri alla sede Onu al seguito della ong UN Watch, accreditata presso le Nazioni Unite.

Dopo pochi secondi dall’inizio, in cui Yang ha messo in dubbio la moralità della presenza del Partito comunista cinese in quella sede per i diritti umani, il rappresentante di Pechino, Chen Cheng ha cominciato a gridare e a interrompere l’intervento, che a suo parere “intacca in modo serio la reputazione del Consiglio, e dovrebbe essere bloccato”.

Yang ha cercato di continuare, citando eventi della storia recente della Cina e delle sue violazioni ai diritti umani: il Grande Balzo in avanti, la Rivoluzione culturale, la repressione del movimento democratico e del movimento spirituale Falun Gong. “Milioni di persone sono morte”, ha commentato Yang.

Chen ha cercato ancora di interrompere esigendo che la presidenza dell’incontro si pronunci “contro il suo parlare”.

Invece, invitato a continuare, Yang ha dichiarato che la Cina “tornerà sulla strada della dittatura personale”, ora che il presidente Xi Jinping può mantenere la sua carica a vita. Tale situazione farà crescere il controllo sulle informazioni e la repressione verso attivisti, chiese e templi nello Xinjiang e in Tibet.

Yang Jianli, 55 anni, dopo aver partecipato alle manifestazioni in piazza Tiananmen nel 1989, è fuggito negli Usa. Da allora la Cina gli ha rifiutato il passaporto. Nel 2002 è riuscito ad entrare nel Paese ed è stato arrestato, passando cinque anni in prigione. È stato liberato nel 2007 dopo enormi pressioni internazionali. In esilio egli ha conseguito una laurea in economia politica all’università di Harvard e una in matematica all’università di Berkeley. Nel 2010 è stato lui a ritirare il Premio Nobel per la pace attribuito a Liu Xiaobo, condannato alla prigione.

L’incontro di ieri alla sede Onu di Ginevra aveva a tema la Dichiarazione di Vienna e il Programma di azione, che chiede che le ong “siano libere nel portare avanti le loro attività per i diritti umani, senza interferenze”.

Chen Cheng, interrompendo varie volte Yang Jianli, ha sostenuto che l’intervento del dissidente non centrava nulla con il tema in discussione.

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