16/06/2008, 00.00
ISRAELE
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Diplomazie al lavoro sui rapporti di Israele con Siria e Hamas

Va avanti la trattativa con Damasco, su cui media la Turchia, e quella con il movimento islamico alla quale lavora l’Egitto. Inviati del presidente francese Sarkozy ricevuti da Bashar al Assad.
Gerusalemme (AsiaNews) – Si fa più intensa l’attività diplomatica che ruota intorno a Israele: si conclude oggi la nuova tappa del negoziato indiretto tra Israele e Siria, mediato dalla Turchia, e va avanti il negoziato, pure indiretto, tra lo Stato ebraico ed Hamas, mediato in questo caso dall’Egitto. La Francia parla di “costruttivi” colloqui dei suoi inviati a Damasco e voci provenienti dalla Siria continuano a insistere sulla necessità che anche gli Stati Uniti intervengano nella trattativa con Israele.
 
Ad Ankara, da ieri due stretti collaboratori del primo ministro israeliano Ehud Olmert, Yoram Turbowicz e Shalom Turgeman – che sono il capo dello staff ed il consigliere diplomatico - stanno portando avanti le trattative con la Siria mediate dalla Turchia. In agenda anche la possibilità che il mese prossimo i colloqui diventino diretti. E sarebbe la prima volta da decenni. Una fonte del ministero degli esteri turco ha però escluso che, al momento, sia allo studio un incontro ad alto livello, tra il premier israeliano ed il presidente siriano. Un riferimento a tale eventualità è stato peraltro fatto ieri dal presidente Simon Peres: “se – ha detto – i siriani cercano davvero la pace è necessario un summit tra il presidente siriano ed il primo ministro israeliano”. “Se Sadat non fosse venuto a Gerusalemme – ha aggiunto poi, riferendosi alla storica visita compiuta dal presidente egiziano nel 1977 – non avremmo la pace con l’Egitto”.
 
La trattativa con la Siria appare comunque estremamente complessa, resa più difficile dalla instabile situazione politica interna israeliana, con il premier Olmert spinto alle dimissioni e la riluttanza della maggioranza degli israeliani a rinunciare alle Alture del Golan, seppure in cambio della pace, che è la base dei colloqui. Un no che ieri ha avuto un autorevole portavoce nel vice premier Haim Ramon.
 
Nello stesso momento nel quale i rappresentanti israeliani erano ad Ankara, a Damasco il presidente Assad riceveva due inviati francesi, il segretario generale del’Eliseo, Claude Gueant, ed il consigliere diplomatico del presidente, Jean-David Levitte, per colloqui che la presidenza francese ha definito “utili e costruttivi”. Oggetto, oltre ai rapporti bilaterali, la situazione libanese e la costruenda Unione del Mediterraneo. L’incontro segna una nuova tappa nelle pressioni occidentali sulla Siria, che tendono in sostanza ad allentarne i rapporti con Teheran, con il conseguente indebolimento di movimenti come Hezbollah ed Hamas.
 
Rappresentanti di quest’ultimo gruppo, intanto, hanno avuto due giorni di colloqui al Cairo con il capo dell’intelligence egiziana, Suleiman, che sta portando avanti una trattativa per un cessate il fuoco con gli israeliani. Nodo della questione, al momento, appare essere la richiesta israeliana del rilascio del caporale Gilad Shalit, rapito da Hamas, come condizione preliminare alla sospensione delle ostilità e della fine del blocco della Striscia di Gaza, obiettivo della trattativa.
 
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