06/11/2008, 00.00
INDONESIA
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Domani l’esecuzione degli attentatori di Bali. Massima allerta nell’isola

di Mathias Hariyadi
Gli autori della strage del 2002 verranno fucilati all’alba di domani. Le forze di sicurezza indonesiane temono atti terroristici e manifestazioni violente anche dopo l’esecuzione dei tre militanti islamici. Ingenti le misure di sicurezza a protezione di potenziali obiettivi di attentati nel Paese.

Jakarta (AsiaNews) - L’esecuzione appare imminente, fissata per le tre del mattino di domani, ora locale. Gli autori della strage di Bali sono attesi all’alba nei pressi dell’ex prigione di Nirbaya Hill, nel distretto centrale dell’isola di Java, a tre chilometri dal carcere di maxi-sicurezza di Nusakambangan dove sono detenuti.

Dopo la prima condanna alle pena capitale, comminata nel 2003, e un susseguirsi di rinvii e battaglie processuali, la vicenda dei tre militanti islamici sembra giunta così all’epilogo.

Manca la conferma ufficiale del procuratore generale indonesiano, ma ci sono diversi elementi che sembrano convalidare l’ipotesi dell’ormai imminente fucilazione di Amrozi, Imam Samudra e Ali Gufrom.

Nel pomeriggio di oggi rappresentanti dell’accusa provenienti dai distretti di Serang e dalla provincia di Banten hanno reso visita alla famiglia di Imam Sumadra nel villaggio di Lopang Gede. Amri Sata, pubblico ministero del distretto di Serang, non ha fornito dettagli sulle ragioni della visita affermando soltanto: “Siamo stati autorizzati a dare informazioni ufficiali alla famiglia”. La legge indonesiana autorizza il pubblico ministero locale a comunicare ai familiari dei condannati tempi e termini dell’esecuzione.

Altro segnale considerato come una conferma dell’imminente esecuzione è venuto dalla notizia della sospensione dei lavori in un cantiere di Cilacap. La polizia ha ordinato lo stop alla circolazione dei macchinari pesanti e di quelli da trasporto. Le misure di sicurezza sono molto elevate e diffuse in diverse zone interessate a vario modo dall’esecuzione. Un ufficiale del porto di Wijayapura, da cui partono i battelli che collegano Java al penitenziario in cui sono rinchiusi i tre detenuti ha affermato che “è stato posto il divieto di entrare nell’area di Nusakambangan sino al prossimo lunedì”.

L’avvocato difensore di Amrozi (nella foto insieme ad alcuni familiari) ha inoltre presentato oggi una rimostranza preso la Commissione nazionale per i diritti umani (Komnas Ham) lamentando la lentezza dell’ufficio del pubblico ministero nel concedere il permesso per l’ultima visita all’imputato da parte dei difensori e della famiglia. Nel contempo  alcuni dimostranti appartenenti a gruppi musulmani hanno inscenato proteste davanti all’ufficio del procuratore generale affermando che “l’esecuzione di Amrozi non è nulla più che il massacro di un musulmano innocente”. Proteste e manifestazioni contro il governo ed a favore dei tre attentatori si sono ripetute negli ultimi giorni e si è diffuso anche l’allarme, poi rientrato, per il rischio di un attacco con bombe all’antrace.

Sull’isola le forze di sicurezza sono allo stato di massima allerta, e nella lista dei possibili obiettivi di atti vendicativi sono inserite anche le ambasciate di Stati Uniti e Australia. A rendere ancora più teso il clima è giunta poi la dichiarazione di Abu Bakar Bashir. In un’intervista all’australiano The Age, il cofondatore del gruppo estremistico della Jemaah Islamiah ha affermato che, dopo l’esecuzione, ha intenzione di partecipare ai funerali di Amrozi e Imam Samudra. La polizia si sta già preparando per far fronte all’arrivo dei gruppi radicali islamici che hanno annunciato la loro presenza alle esequie dei due attentatori previste a Tenggulun.
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