31/05/2012, 00.00
PAKISTAN
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Donne cristiane, un ruolo “attivo” per il progresso della società pakistana

di Yousaf Benjamin
Partendo dal diritto di voto, l’universo rosa deve rafforzare la propria presenza e diventare parte di un cambiamento. Tuttavia, una società maschilista e patriarcale impedisce lo sviluppo. In un convegno a Lahore circa 130 donne cristiane hanno analizzato i problemi e proposto iniziative. Attivista: educare le donne ai loro diritti.

Lahore (AsiaNews) - Le donne cristiane pakistane devono ricoprire un ruolo sempre più attivo nella società, partendo dal diritto primario e inalienabile di votare e di essere elette, che dovrà essere esercitato sin dalle prossime elezioni generali. È questo uno dei punti attorno al quale si è dibattuto, nel corso di un convegno organizzato a Lahore il 29 maggio scorso dall'associazione Shaad (Social Harmony Awarness and Development, ndr). Al centro dell'incontro - al quale hanno partecipato circa 130 cristiane provenienti dall'insediamento di Youhananabad - la "partecipazione della donna al processo elettorale", per essere "parte di un cambiamento" di cui la società pakistana ha un disperato bisogno, come sottolinea ad AsiaNews l'attivista Gulnza Yousaf. Perché, aggiunge, la "libertà di espressione" è parte di questo cambiamento.

"Di norma, alle donne è impedito di esercitare il diritto di voto [proprio] dalle loro famiglie" aggiunge Yousaf, sottolineando che "per questo è fondamentale educare le donne ai loro diritti e incoraggiarle a rivendicarli". È necessaria una classe politica, spiega, che sia "amichevole" verso di loro e prenda "provvedimenti concreti" per il loro sviluppo.

Younas Akhtar, direttore esecutivo Shaad, ricorda la Costituzione ratificata dal Pakistan nel 1973, che garantisce uguali diritti e libertà a tutti i cittadini, proibendo discriminazioni basate sul genere e l'identità etnico-religiosa. "Questo include anche la partecipazione politica" spiega l'attivista, nei due ambiti del "diritto di voto" e della possibilità di "ricoprire incarichi pubblici". "Il numero delle donne nei registri è sottostimato - conferma - vengono ostacolate quando cercano di votare e vengono cacciate dai seggi".

La condizione femminile negli ultimi anni non sembra migliorare; un dato su tutti conferma questa tendenza: nel 2007 le donne erano il 30% del totale degli elettori, rispetto al 40% registrato nel 2002. Seemin Bokhari, esponente del partito Pakistan Tehreek Insaf, conferma che il voto delle donne "può giocare un ruolo cruciale sull'sito delle elezioni". Lillian Younas, vicepresidente Shaad, punta il dito contro "valori patriarcali, una legge discriminatoria, politiche inadeguate" che non favoriscono lo sviluppo dell'universo femminile. Anche per ricevere la carta d'identità "dipendono dagli uomini della famiglia".

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