17/10/2006, 00.00
SRI LANKA
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Dopo la strage, a Colombo arriva l'inviato norvegese

All'indomani di uno dei più gravi attentati nella storia del Paese, con oltre 100 morti, il diplomatico di Oslo dovrà cercare di salvare i colloqui tra ribelli e governo, previsti a fine ottobre. Ma la popolazione sente che "insieme a civili, ribelli e soldati sta morendo anche la speranza nella pace".

Colombo (AsiaNews) - L'inviato speciale della Norvegia, Jon Hanssen-Bauer, è arrivato oggi in Sri Lanka, all'indomani del grave attentato, in cui sono morte più di 100 persone. La missione del diplomatico, secondo la "Bbc", consiste nel definire i particolari dell'accordo raggiunto tra governo e ribelli delle Tigri tamil per un incontro fra le parti il 28 e il 29 ottobre. Ma dopo le violenze delle ultime ore i colloqui sembrano sempre più in pericolo.

Ieri un camion pieno di esplosivo, probabilmente guidato da un kamikaze, è scoppiato vicino a convogli della Marina militare nei pressi di Habarana, distretto di Trincomalee. Pesante il bilancio con almeno 103 soldati uccisi e 150 feriti. Per ora non vi è rivendicazione ufficiale; ma le Tigri, che da oltre 20 anni combattono per l'autonomia del nord-est dello Sri Lanka, non hanno negato la responsabilità della strage.

Un portavoce dell'esercito ha comunicato che oggi inizieranno le cremazioni delle vittime. Il governo ha definito l'attentato un atto "barbarico" e ha risposto con il bombardamento di alcune basi di ribelli intorno alla zona di Puthukuddierippu. Secondo il sito internet Tamilnet, vicino alle Tigri, nei raid aerei sono morti due bambini e 15 persone sono state ferite.

Ma come sempre in questo conflitto le due parti in gioco usano confondere le carte: Colombo nega che l'attacco aereo sia stata una rappresaglia per il massacro dei marinai; un portavoce del governo ha detto che i cacciabombardieri erano partiti prima dell'incidente come risposta ai colpi di artiglieria nemica. Dal canto loro le Tigri rendono noto che l'esplosione di ieri "non era una missione suicida". 

La strage e la reazione delle forze armate, sembrano allontanare le già flebili speranze di una ripresa del dialogo tra le parti, ancora formalmente impegnate in un cessate-il-fuoco firmato nel 2002.

Un cattolico da Colombo riassume così lo stato d'animo che oggi pervade la popolazione : "E' terribile, l'esercito e la guerriglia si uccidono a vicenda e così facendo uccidono non solo tanti innocenti, ma soprattutto uccidono la speranza".

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