13/09/2012, 00.00
RUSSIA
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Dopo le Pussy Riot, il miliardario Prokhorov propone un codice religioso. La Chiesa apprezza

di Nina Achmatova
L'ex candidato presidente è a caccia di consensi per il suo nuovo partito, ma il Patriarcato si dice favorevole ad aprire un dibattito in seno alla società e avverte: no a uno Stato che neghi la presenza della Chiesa nella vita di un popolo.

Mosca (AsiaNews) - Continua a essere centrale sui media e nell'opinione pubblica in Russia il tema del rapporto tra Stato e Chiesa, dopo la condanna delle Pussy Riot. Le tre ragazze della band femminista a febbraio hanno inscenato una performance anti-Putin nella cattedrale di Mosca. Per questo stanno scontando una pena di due anni, dopo un processo visto da molti come dettato dal Cremlino in accordo col Patriarcato. Da ultimo, sull'argomento è sceso in campo il miliardario Mikhail Prokhorov, ex candidato alle presidenziali dello scorso marzo e leader del neonato partito "Piattaforma civica". In un articolo pubblicato sul quotidiano Kommersant il 12 settembre, ha proposto di adottare in Russia un codice, che regoli i rapporti tra le confessioni religiose, lo Stato e la società, al fine di difendere la natura laica della società e allo stesso tempo l'importanza del lavoro della Chiesa.

Nel suo pezzo intitolato "Piattaforma di uno Stato laico", Prokhorov - che finora aveva scelto il basso profilo sull'argomento- spiega che è il momento di prendere decisioni perché le tensioni nei rapporti tra Chiesa, Stato e società stanno portando a "spaccature che minacciano la stessa cultura russa". Croci divelte e spezzate in giro per il Paese, appelli a scomunicare il Patriarca Kirill e iniziative come le ronde ortodosse contro la minaccia degli atei, sono solo alcune delle conseguenze di un dibattito, in cui né i leader religiosi, né quelli politici sono riusciti a smorzare i toni.

Il miliardario ricorda che gli "Stati che si scontrano con conflitti religiosi mettono a repentaglio il loro futuro" e in Russia, a suo dire, le relazioni tra Stato, società e Chiesa "non sono chiare" anche se sulla carta già esistono garanzie costituzionali. Prokhorov denuncia "il flirtare dei politici con le religioni a scopi populistici", ma allo stesso tempo evidenzia l'importanza della presenza della Chiesa la quale, "anche nei momenti più bui della storia, è stata un'alternativa all'ingiustizia e alla tirannia e ha conservato e sviluppato gli ideali dell'amore, compassione e perdono spesso fungendo da coscienza collettiva della nazione e contribuendo a creare una società più umana".

Il miliardario mette in guardia dalla crescente tendenza della politica a promuovere le religioni, ad esempio "trascinandole nelle scuole" con la recente introduzione di corsi sui fondamenti dell'ortodossia. "In Russia vi è una mancanza di laicità - aggiunge - ma la società non può respirare solo col polmone della religione, per questo oggi proteggere la Chiesa significa prima di tutto proteggere la natura laica della nostra politica e dello Stato".

A questo fine, propone di aprire un dibattuto pubblico tra esperti, religiosi, politici e società civile per creare un "codice religioso" simile al codice civile al quale poi dare valore legale attraverso l'approvazione da parte del parlamento.

Naturalmente, Prokhorov offre il suo giovane partito, "Piattaforma civica", come strumento attraverso cui condurre il dialogo e alcuni commentatori vi hanno visto subito il tentativo di raccogliere nuovi consensi.

A ogni modo, il capo del Dipartimento del Patriarcato russo-ortodosso per i rapporti con la società, l'arciprete Vsevolod Chaplin, si è detto favorevole all'idea e disposto ad aprire il dialogo con Prokhorov, ma ha avvertito che "non si può accettare" l'dea di uno Stato laico come quello che nega la presenza della religione in ogni sfera della vita sociale.

In un recente sondaggio dell'istituto indipendente Levada, l'80% dei russi si è definito "ortodosso", mentre solo il 7% ha detto di andare in chiesa ogni domenica. Secondo un altro istituto demoscopico, lo Vtsiom, il 50% dei russi avverte l'influenza delle Chiesa nella politica interna ed estera della Russia, mentre il 16-17% è favorevole a un suo ruolo attivo nella società. 

 

 

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