21/07/2015, 00.00
INDONESIA
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Due chiese protestanti incendiate, (forse) una vendetta per il rogo della moschea a Papua

di Mathias Hariyadi
Sotto attacco una chiesa a Purworejo e una casa di preghiera a Bantul (Yogyakarta), nello Java centrale. Gli attacchi legati all’incendio di una piccola moschea a Papua; il rogo ha provocato una vittima e 12 feriti. Sacerdote indonesiano: “indagini approfondite” per trovare i colpevoli e stemperare le tensioni confessionali.

Jakarta (AsiaNews) - Una nuova ondata di violenze di matrice confessionale sta investendo l’Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo e teatro da tempo di una crescente deriva islamista che ha portato alcuni cittadini ad arruolarsi fra le milizie dello Stato islamico. Negli ultimi due giorni due chiese protestanti dello Java centrale sono state date alle fiamme, in risposta - questa la versione più accreditata dagli inquirenti - al rogo della moschea a Tolikara, nella provincia orientale di Papua, avvenuto la scorsa settimana che ha causato un morto e 12 feriti.

La scorsa notte una chiesa protestante di Purworejo è stata incendiata da un gruppo di anonimi assalitori. Come conferma il reverendo Ibnu Prabowo, la facciata dell’edificio ha riportato gravi danni. In precedenza era stata colpita una “casa di preghiera” di Bantul, a Yogyakarta, cosparsa di benzina e poi data alle fiamme. Anche in questo caso non si conosce, al momento, l’identità dei colpevoli.

Interpellato da AsiaNews il reverendo Prabowo sottolinea che finora le relazioni fra cristiani e musulmani nella zona erano state buone e improntate al dialogo e alla collaborazione. Tuttavia, aggiunge, “alcuni gesti provocatori stanno minando alla radice l’armonia” interconfessionale. A conferma delle parole del pastore protestante, vi è il messaggio lasciato dagli assalitori che hanno appiccato il fuoco alla chiesa di Purworejo, che spiega almeno in parte le regioni dell’attacco: “A causa dei fatti di Tolikara, daremo alle fiamme altre chiese”.

A innescare le violenze della frangia estremista nello Java centrale, l’incendio di una piccola moschea a Tolikara, nella provincia di Papua, che ha destato sconcerto e preoccupazione nei vertici politici e religiosi in Indonesia.

P. Neles Tebay, decano del Fajar Timur Institute of Philosophy and Theology, ricorda che il retaggio animista e i legami con le credenze popolari impediscono ai papuani di attaccare i luoghi religiosi, perché sono fonte di “disgrazie e conseguenze fatali per la famiglia, la società e l’ambiente circostante”. È la prima volta che viene attaccato un luogo di culto (in questo caso una moschea) a Papua, aggiunge il sacerdote della diocesi di Jayapura, che auspica una “indagine approfondita” per scoprire i colpevoli [in queste ore la polizia indaga su 29 sospetti, ndr] e stemperare le tensioni a sfondo confessionale.

L'Indonesia, nazione musulmana (sunnita) più popolosa al mondo, è sempre più spesso teatro di attacchi o episodi di intolleranza contro le minoranze, siano essi cristiani, musulmani ahmadi o di altre fedi. Inoltre, alcune norme come il permesso di costruzione vengono sfruttate per impedire l'edificazione o mettere i sigilli a luoghi di culto, come è avvenuto nel West Java contro la Yasmin Church. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia le minoranze sono vittime di episodi di violenze e persecuzioni a sfondo confessionale.

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