19/08/2017, 09.21
TAJIKISTAN
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Dushanbe, la polizia ferma 8mila donne perché non portano bene il velo

Lanciata una campagna per portare in modo "corretto" gli abiti islamici. Secondo fonti governative, il velo è uno strumento per identificare le donne appartenenti a gruppi terroristi.  

Dushanbe (AsiaNews/Rfe) – Dall’inizio del mese circa 8mila le donne islamiche sono state fermate dalle autorità per non aver indossato il velo alla maniera “tagika”. Dall’inizio del mese, infatti, il governo ha lanciato una campagna per istruire le donne musulmane a portare il copricapo in maniera “corretta” e scoraggiare uno stile di abbigliamento “straniero”.

Dildora, 30 anni, era in una clinica dove si era recata con i suoi bambini quando è stata avvicinata da un piccolo gruppo di ufficiali statali, fra cui c’erano due donne. Insieme ad altre che come lei indossavano il velo, la donna è stata separata dai figli e portata in una stanza dove le è stato spiegato che il modo “tradizionale nazionale” di legare il copricapo è con il nodo dietro il collo, lasciandolo scoperto, e non avanti. “Ci hanno detto che potevamo indossare solo abiti tradizionali”, ha riferito Dildora a Radio Free Europe/Radio Liberty (Rfe/Rl). “Li ho sfidati, chiedendo alle poliziotte perché allora portassero pantaloni occidentali e non si coprissero la testa. C’è stato un acceso scambio”.

Gli attivisti per i diritti umani affermano che il governo utilizza il termine “abito non-tradizionale” come eufemismo per “hijab”. A quanto riferisce Rfe/Rl le pattuglie “fashion” hanno come obiettivo solo le donne in abiti islamici.

Secondo Sharif Nazarzoda, capo del dipartimento regionale del Suǧd [una delle quattro regioni in cui è diviso il Paese, ndr] per il ministero degli interni, il controllo degli abiti permetterebbe di verificare l’adesione o meno delle donne e delle loro famiglie a organizzazioni terroriste.

In Tajikistan il 90% dei 8,3 milioni di cittadini è musulmano, per lo più della scuola moderata hanafita. Nel Paese, il controllo sulla vita religiosa si è intensificato dopo la notizia dell’adesione di molti cittadini a gruppi islamisti in Siria e Iraq: il velo è vietato nelle scuole, i minori non possono entrare nelle moschee e diversi studenti di scuole islamiche estere sono stati costretti a tornare a casa.

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