05/08/2009, 00.00
CINA
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E’ sempre grave la disoccupazione in Cina

Il governo ammette che si sono almeno 4 milioni di migranti disoccupati nei centri urbani. C’è preoccupazione perché nell’economia mondiale permane la crisi e la produzione cinese è tuttora orientata soprattutto all’esportazione.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La disoccupazione rimane elevata in Cina, nonostante i segnali di recupero economico avuti nel primo semestre 2009. Wang Yadong, alto funzionario del ministero per le Risorse umane e la sicurezza sociale, ha detto ieri che “la disoccupazione è ancora grave ed è ancora forte la pressione per creare posti di lavoro”.

I nuovi posti di lavoro creati, soprattutto grazie ai finanziamenti statali per 4mila miliardi di yuan (circa 400 miliardi di euro), non hanno assorbito la disoccupazione conseguente alla chiusura di decine di migliaia di fabbriche, soprattutto nel Guangdong, per il crollo delle esportazioni. Inoltre la crisi mondiale rimane grave, per cui appare probabile che le ditte cinesi, in gran parte orientate a produrre per l’export, debbano operare ulteriori tagli di posti lavoro.

Wang ha anche detto che circa la metà dei 140 milioni di lavoratori migranti sono tornati a casa per il Nuovo Anno Lunare e circa 68 milioni sono poi tornati nelle grandi città. A loro si sono aggiunti 10 milioni di nuovi migranti, per un totale attuale stimato di 148 milioni di migranti nelle zone urbane. Almeno 4 milioni di loro sono ancora disoccupati.

L’ammissione contrasta con l’ottimismo mostrato dal ministro, che il 24 luglio ha detto che la situazione “è migliore del previsto”. Sebbene Chen Xiwen, importante funzionario del ministero dell’Agricoltura, all’inizio del 2009 temesse oltre 20 milioni di disoccupati.

Esperti notano che gran parte dei nuovi posti di lavoro sono collegati alla grandi opere finanziate dallo Stato, per cui potrebbero venire meno alla fine di tali lavori.

Intanto nell’industriale Guangdong chi ha mantenuto il posto di lavoro ha però spesso dovuto accettare diminuzioni delle ore di lavoro e, di conseguenza, del salario.

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