16/10/2009, 00.00
SRI LANKA
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E' guerra tra uomini ed elefanti nello Sri Lanka

di Melani Manel Perera
Sull’isola i pachidermi sono ormai 8mila 500. In alcune zone le loro incursioni distruggono case e raccolti e mietono vittime anche tra la popolazione. L’esempio del villaggio di Diyakepilla dove gli abitanti sono costretti passare la notte sugli alberi per difendersi e sorvegliare sui campi.
Dambulla (AsiaNews) -Il governo dello Sri Lanka deve affrontare i problemi causati dagli 8mila e 500 elefanti che vivono sull’isola. Sono sempre più frequenti i casi in cui i pachidermi distruggono villaggi e raccolti ed in alcune regioni è ormai in corso una vera guerra tra l’uomo e i giganteschi animali.
 
In villaggi come Minneriya, Sigiriya, Mahasengama, Pidurangala, Gallinda e Kaayanwala la popolazione è ormai allo stremo. Francis Raajan, coordinatore e segretario del Praja Abhilasha Network che segue da tempo il problema, dopo la visita agli abitanti di Diyakepilla racconta ad AsiaNews che “ogni giorno gli elefanti entrano nel villaggio e distruggono le coltivazioni. In alcune zone di periferia la popolazione ha costruito recinzioni elettrificate per proteggersi, ma non basta perché le autorità non hanno nessun piano per risolvere il problema e così la gente si trova a dover convivere con gli elefanti dentro le recinzioni”.
 
Il governo di Colombo ha lanciato due programmi agricoli: Api Wawamu-Rata nagamu (Coltivare e costruire il Paese) e Waga sangramaya (Guerra nella coltivazione). Ma la popolazione che vive nei villaggi attorno al Parco nazionale di Minneriya, nel centro dell’isola, deve fare i conti con le invasioni dei pachidermi e dice che sono progetti irrealizzabili.
 
Gli abitanti di Diyakepilla si sentono abbandonati dal governo e sono stufi della situazione in cui sono costretti a vivere. A.G. Bisomenike, donna 48enne, afferma: “Il nostro presidente dice che tutta la popolazione deve coltivare per scongiurare la scarsità di cibo in futuro, ma è una barzelletta se si pensa alle difficoltà che dobbiamo affrontare”.
 
Mahinda Jayathilake 28enne figlio di Bisomenike, spiega che dal 1998, quando è tornato a vivere in famiglia dopo le scuole lontano dal villaggio, non ha mai potuto dormire a casa. “Siamo svegliati all’improvviso ogni notte. Le passiamo appollaiati sui rami degli alberi più robusti per sorvegliare i campi. Lo stesso accade durante il giorno. Non sappiamo quando i pachidermi arrivano e dobbiamo stare sempre in allerta”.
 
Chaminda Jayathilake, giovane di 26 anni di Diyakepilla, spiega che “quando il livello del fiume Minneriya scende gli elefanti arrivano sino ai villaggi e mangiano i nostri raccolti. Gli elefanti distruggono le nostre e case talvolta uccidono”. Poi aggiunge: “Abbiamo la terra, abbiamo voglia di lavorare, ma ci manca l’acqua per coltivare e chi protegge noi e i nostri raccolti dagli elefanti giorno e notte?”.
 
Gli abitanti di Diyakepilla chiedono una soluzione duratura che risolva il problema e i servizi minimi per affrontare l’invasione degli elefanti e continuare a coltivare. Nel villaggi manca l’elettricità, non arriva il telefono e per comprare medicine gli abitanti sono costretti a fare tre chilometri per arrivare alla città di Dambulla.
 
P.H. Purnima de Silva, direttrice della piccola scuola elementare di Diyakepilla spiega ad AsiaNews che, finite le lezioni, spende il suo tempo a proteggere la costruzione e il tempietto buddista del villaggio dall'orda dei pachidermi. “Abbiamo scritto molte lettere - dice la donna - e discusso più volte con i funzionari dei dipartimenti dell’ambiente e gli uffici del segretariato provinciale. Siamo anche arrivato anche ad informare gli uffici centrali di Colombo, ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta”.
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