31/08/2012, 00.00
INDONESIA
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East Java, attivista musulmano in aiuto della minoranza sciita vittima delle violenze sunnite

di Mathias Hariyadi
Il presidente di un movimento islamico contro la discriminazione conferma la scomparsa di decine di persone, altre centinaia in cerca di cibo e beni di prima necessità. Egli denuncia l’inerzia del governo, che continua a parlare di “faida familiare”. E lancia un appello: servono esperti per le cure post-trauma.

Jakarta (AsiaNews) - Decine di esponenti della comunità sciita risultano ad oggi dispersi, mentre centinaia di altre persone appartenenti alla minoranza musulmana sono in cerca di rifugio e di beni di prima necessità, che il governo tarda a fornire. È quanto racconta ad AsiaNews Aan Anshori, presidente di Islamic Network of Anti-Discrimination (Jiad), che da Surabaya, nell'East Java, conferma la gravità delle violenze interconfessionali fra sunniti e sciiti, nell'inerzia dell'esecutivo e del presidente Susilo Bambang Yudhoyono incapaci di porre rimedio a una realtà sempre più critica. L'attivista spiega che "decine" di membri della comunità sciita "sono scomparsi" e quanti hanno trovato rifugio all'interno di un palazzetto dello sport "non hanno cibo né acqua a sufficienza".

Nei giorni scorsi violenti scontri - innescati sembra da una faida familiare - hanno visto contrapporsi la maggioranza sunnita contro la minoranza sciita in Indonesia, la nazione musulmana più popolosa al mondo (cfr. AsiaNews 28/08/2012 Sampang: quattro morti negli scontri fra sunniti e sciiti. Critiche per l'inerzia del governo). Le stime ufficiali parlano di due morti (e non quattro come sembrava in un primo momento) e otto feriti gravi; una quarantina le case appartenenti a famiglie sciite andate distrutte.

"Ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno - sottolinea Aan Anshori - è un servizio sanitario [per i profughi] tra cui esperti che aiutino nei processi di cura post-trauma". Nei centri di accoglienza vi sono almeno 70 famiglie sciite, pari a 278 persone in cerca di alloggio e riparo. L'opera del presidente di Jiad è sostenuta anche da gruppi giovani del Nahdlatul Ulama (Nu), e altri movimenti fra cui Stara Muda, GusDurian Jombang, Prasasti e il Forum interreligioso di Jombang.

Intanto il governo continua a minimizzare la portata delle violenze fra le due anime dell'islam, mentre Teheran (in Iran gli sciiti sono la maggioranza, ndr) si è offerta di aiutare la comunità indonesiana in difficoltà. Il ministro indonesiano per gli Affari religiosi Suryadharma Ali ribadisce che gli scontri di Sampang non sono una questione confessionale, ma una "faida familiare". Gli fa eco il collega agli Interni Gamawan Fauzi, che bolla come un "crimine" comune i fatti occorsi nei giorni scorsi. 

 

 

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