28/01/2019, 11.37
EMIRATI ARABI UNITI - VATICANO
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Eau: cristiani e musulmani aspettano con gioia la visita del Papa ‘costruttore di ponti’

Per il milione circa di cattolici il viaggio del pontefice sarà una “pietra miliare” nel dialogo fra religioni e per lo sviluppo della comunità locale. Parrocco della cattedrale di sant’Antonio: “Coronamento di una politica di tolleranza”. L’attesa di migranti egiziani, giordani e filippini. Governo: “Messaggio forte” contro chi usa la religione per dividere. 

Abu Dhabi (AsiaNews) - I cristiani degli Emirati Arabi Uniti (Eau) si preparano con “gioia e speranza” alla visita di papa Francesco, evento che “contribuirà” a “costruire ponti” in un’epoca di “crescente nazionalismo” come afferma il ministero della Tolleranza di Abou Dhabi. Per il milione circa di fedeli che vive nel Paese, pari al 10% della popolazione in una realtà a larga maggioranza musulmana sunnita, la presenza del pontefice costituirà una “pietra miliare” nel dialogo fra religioni e per lo sviluppo della comunità locale.

Il pontefice visiterà Abu Dhabi dal 3 al 5 febbraio, per partecipare all’incontro interreligioso internazionale sulla “Fratellanza Umana”. Per la prima volta un papa si reca nella Penisola Araba, su invito dello sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan e della Chiesa cattolica locale. Gli Emirati sono fra le poche nazioni del Medio oriente a poter vantare una certa stabilità, pur non mancando aspetti “oscuri” come il coinvolgimento nella guerra in Yemen e casi di repressione interna. 

P. Bishoy, parroco della cattedrale di sant’Antonio ad Abu Dhabi, sottolinea che la visita del papa è il “coronamento” della politica di “tolleranza” degli Emirati, che rappresenta “un esempio” per il mondo. Un viaggio che è “messaggio di pace e di progresso” e una risposta netta a quanti promuovono “fanatismo ed estremismo”. 

Un migrante economico filippino di nome Salvador non nasconde la gioia per il papa, che “vuol dire moltissimo per me”. Essa è il riflesso “della diversità e della tolleranza” e dovrebbe valere da esempio per il mondo. Gli fa eco Hala Daroug, cristiana siriana che lavora come interprete, che ricorda la concomitanza del viaggio del papa con “l’Anno della tolleranza” promosso negli Eau, nazione in cui “possiamo praticare la nostra fede in modo libero”. 

Un altro lavoratore filippino di nome Pia, cameriere in un ristorante, afferma che “noi filippini siamo euforici” per questa occasione e pur non potendo assistere dal vivo alla messa “mi guarderò l’evento alla televisione”. Jenifer, giordana che vive e lavora negli Emirati, parla di “visita storica, non vedo l’ora di pregare con gioia e speranza” assieme a papa Francesco. Attesa e speranza anche fra i cristiani copti immigrati dall’Egitto, secondo cui questo evento “è il naturale sviluppo dell’armonia e della tolleranza fra persone che vivono qui, come se fossero a casa propria”. 

Il ministro della tolleranza Sheikh Nahyan Ben Mubarak Al Nahyan conferma che il pontefice incontrerà leader religiosi musulmani di primo piano, politici e personalità della cultura locale. L’obiettivo dell’invito rivolto al papa è quello di costruire ponti e infrangere muri “che alcune persone cercano di innalzare”. “La nostra definizione di tolleranza - afferma - è di comprendere gli altri, parlare pur salvaguardando le diversità”. 

Il ministro parla di “bel mosaico” formato da tratti differenti fra loro “per religione, cultura o altri comportamenti”. Egli auspica che l’incontro interreligioso con Francesco si possa concludere con una dichiarazione congiunta finale che funga da road-map fra fedi diverse “perché lavorino con l’obiettivo di creare un mondo migliore”. “Questo è il messaggio più forte - conclude - che possiamo mandare a quanti cercano di dividerci, che creano sfiducia fra noi”.

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