07/09/2012, 00.00
HONG KONG
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Educazione nazionale, crolla la popolarità del capo dell’esecutivo

In meno di due mesi Leung Chun-ying ha perso circa 50 punti percentuali: è il capo di governo meno amato nella storia di Hong Kong. Fra le minacce al suo governo anche l’aumento dei prezzi degli immobili e il continuo flusso di persone dalla Cina continentale.

Hong Kong (AsiaNews) - Leung Chun-ying è il capo dell'Esecutivo meno amato nella storia dell'ex colonia britannica sin da quando, nel 1997, Hong Kong è tornata sotto la sovranità della Cina popolare. Le proteste contro l'introduzione delle classi di "educazione nazionale", l'aumento indiscriminato dei prezzi degli immobili e il flusso troppo elevato di immigrati dal continente sono alla base del crollo della sua popolarità, che in meno di 2 mesi ha perso circa 50 punti percentuali.

Lo rivelano i dati del Programma per l'opinione pubblica dell'università di Hong Kong. Secondo Michael DeGolver, professore all'ateneo battista, Leung "sta affrontando le sfide più grandi che abbiano mai accolto un capo dell'esecutivo". Anche se i suoi predecessori Donald Tsang e Tung Chee-hwa non hanno avuto sorte migliore: le proteste popolari del 2005 hanno costretto Tung alle dimissioni, mentre Tsang ha dovuto chiedere scusa all'elettorato per i suoi rapporti "troppo stretti" con in finanzieri locali.

Secondo la Basic Law, la piccola costituzione del Territorio lasciata in eredità dai britannici, Hong Kong deve essere governata fino al 2043 da un governo - guidato appunto dal capo dell'esecutivo - composto da membri eletti dalla popolazione e da altri indicati da "grandi elettori": si tratta di gruppi finanziari e politici che di fatto nominano un proprio uomo. Leung è considerato legato a doppio filo con la Cina continentale, mentre da anni Chiesa cattolica e democratici si battono per ottenere il suffragio universale.

Il crollo della popolarità è sicuramente collegato all'introduzione della riforma scolastica, che prevede l'inserimento di classi di "educazione nazionale" nelle scuole di Hong Kong. La nuova materia dovrebbe "magnificare" i successi economici della Cina continentale senza trattare temi come la repressione di piazza Tiananmen o la situazione dei diritti umani nel Paese. Lanciata dal governo centrale nel 2002, la riforma è stata osteggiata da subito dalla Chiesa cattolica: secondo il cardinale Zen, essa è un "lavaggio del cervello" degli studenti.

Ormai da 8 giorni migliaia di persone (genitori, studenti, insegnanti e cittadini comuni) sono accampate nel quartiere governativo di Admiralty per chiedere al governo di tornare sui propri passi. Mentre Pechino si schiera a favore della materia - per il ministro Yuan Guiren "ogni cittadino deve seguire l'educazione nazionale" - Leung ha detto ieri di essere pronto a "prendere in considerazione" i suggerimenti della popolazione. Per i dimostranti si tratta di una falsa apertura in vista delle elezioni per il Consiglio legislativo che si terranno fra pochi giorni.

 

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