21/08/2018, 12.44
EGITTO
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Egitto, due monaci incriminati per la morte del vescovo copto. P. Rafic: Vicenda oscura

La polizia ha arrestato l’ex monaco Wael Saad, autore dell’omicidio, e il 33enne monaco Faltaous per complicità. Quest’ultimo ha tentato il suicidio ed è ricoverato in ospedale. Portavoce Chiesa cattolica: l’indiziato era da tempo “fonte di disturbo” nell’istituto. L’assassinio oggetto di gossip sui social. Più forte l’unità fra cristiani e musulmani nel Paese. 

 

Il Cairo (AsiaNews) - Le indagini sono “ancora in corso” e “non vi sono” spiegazioni “ufficiali” in merito al movente dell’assassinio del vescovo. Quello che è emerso in questi giorni è che “l’ex monaco era da tempo una fonte di disturbo” all’interno dell’istituto. È quanto sottolinea ad AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, commentando la morte violenta e dai contorni ancora oscuri del vescovo opto ortodosso Anba Epiphanios. “L’intera vicenda - sottolinea il sacerdote - presenta aspetti oscuri e non sono emersi finora molti elementi che possano aiutare a fare chiarezza”.

La sera del 29 luglio il 64enne priore del monastero di San Macario a Wadi Natrun, circa 110 km a nord-ovest del Cairo, è stato rivenuto privo di vita e con profonde ferite alla testa all’interno dell’istituto, che sorge in un’area desertica. Per l’omicidio il pubblico ministero egiziano ha incriminato un ex monaco, cacciato di recente dall’ordine. Wael Saad (Isaia il nome da monaco) ha confessato di aver ucciso il vescovo, accusando di complicità un confratello.

Per questo assieme a lui è stato fermato il 33enne monaco Faltaous, al momento ricoverato in un ospedale della capitale egiziana dopo un tentativo di suicidio. Pochi giorni dopo l’omicidio del priore e prima del fermo del confratello, il religioso si è prima tagliato le vene, poi si è buttato dal tetto più alto del complesso. Tuttavia, egli è sopravvissuto ed è ora indagato per complicità.  

Secondo alcune informazioni fatte trapelare dagli inquirenti Saad avrebbe avuto da tempo diverbi con i superiori ed era oggetto di indagine per essere entrato in contrasto con le tradizioni del monastero. Da qui la decisione di ridurlo allo stato laicale ed espellerlo dall’istituto “per condotta inappropriata”.

P. Rafic sottolinea i molti punti “ancora oscuri” della vicenda, a partire dalle ragioni per cui “si trovasse ancora all’interno, pur avendo lasciato da tempo il monastero”. Secondo alcune testimonianze ufficiose “egli avrebbe creato a lungo problemi e difficoltà in seno al monastero” e “non seguiva gli ordini impartiti dal priore. Forse vi erano anche delle diverse visioni sul dogma da seguire, sulla visione della fede”. Questo però, aggiunge, “non giustifica certo un omicidio”. 

In risposta all’omicidio del priore, i vertici della Chiesa copta hanno imposto la chiusura dei social - da Facebook a twitter - e lo stesso papa copto Tawadros II ha dato l’esempio eliminando ogni account, peraltro poco utilizzati in passato. Secondo alcune fonti, dietro il provvedimento vi sarebbe il dissenso crescente fra diverse anime della Chiesa copta (il 10% del totale in Egitto, nazione di 100 milioni di abitanti a larga maggioranza musulmana sunnita), che non ha ancora commentato in via ufficiale la violenza. 

“L’omicidio ha sollevato grande scalpore in Egitto - conferma il portavoce della Chiesa cattolica egiziana - e se ne parla a lungo tanto nei bar e nei luoghi di incontro, quanto sui social network con voci e dicerie incontrollate che si susseguono. In molti casi si tratta solo di gossip, mentre è essenziale aspettare l’esito delle indagini e affidarsi al lavoro della magistratura”. 

Pur scossa dal fatto di sangue, la comunità cristiana egiziana attraversa una fase positiva come conferma lo stesso p. Rafic. “Oggi vi è maggiore consapevolezza - racconta - nelle istituzioni e fra i cittadini dell’importanza di essere uniti, superando l’appartenenza religiosa o il professarsi cristiani o musulmani”. In questi giorni di festa, conclude, “molti fedeli anche della mia comunità inviano auguri e felicitazioni al fedeli dell’islam. Parte dei problemi settari del passato sembrano superati”.

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