10/07/2013, 00.00
EGITTO
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Egitto: El Beblawi Primo ministro, ma l’opposizione boccia il programma di transizione

Il presidente Mansour nomina Hazem el-Beblawi Primo ministro del governo provvisorio e raccoglie l’approvazione dei partiti. Ancora in dubbio la nomina di Mohammed el-Baradei al ruolo di vice. Critiche, invece, dall’opposizione sul programma transitorio. Il portavoce del movimento Tamarod: “non siamo stati interpellati”.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Il programma di transizione disegnato dal presidente pro tempore Adly Mansour incassa il 'no' dei partiti d'opposizione, mentre il movimento 'ribelle' Tamarod e il Fronte di salvezza nazionale lamentano di non essere stati consultati nella stesura della tabella di marcia che dovrebbe consegnare il Paese alle elezioni entro il 2014. Intanto, la nomina a Primo ministro di Hazem el-Beblawi, economista liberale ed ex ministro delle Finanze, raccoglie l'approvazione anche del partito salafita al-Nour.

È un successo parziale quello ottenuto da Adly Mansour dopo i 51 morti di lunedì mattina. In un Cairo che torna alla calma apparente, il neoeletto Capo di Stato raccoglie il consenso necessario a nominare il nuovo Primo ministro, ma non trova l'approvazione dei singoli partiti sul programma di transizione. Dopo la bocciatura di Mohammed El Baradei, il partito al-Nour, il più importante di orientamento islamista dopo i Fratelli musulmani, approva Hazem el-Beblawi come Primo ministro; ma temporeggia sulla nomina dello stesso El Baradei al ruolo di suo vice.

Gli scontri di lunedì 8 luglio avevano sollecitato il presidente provvisorio a fissare una data per le nuove elezioni. Dopo un periodo di due settimane, necessario ad apportare le opportune modifiche alla Costituzione vigente, Adly Mansour aveva previsto una seconda fase quadrimestrale per l'approvazione di tali cambiamenti. Al termine dei quattro mesi, un referendum avrebbe poi aperto la strada alle elezioni, pronosticate per l'inizio del 2014.

Sia il movimento Tamarod, organizzatore delle proteste oceaniche del 30 giugno, sia il Fronte di salvezza nazionale lamentano l'esclusione dalle consultazioni. Nel mentre, la Fratellanza musulmana prosegue il proprio presidio chiedendo a gran voce il ritorno di Mohammed Morsi. Alle manifestazioni fa però eco l'invito di Abdel Fattah al-Sisi, ministro della Difesa e capo delle Forze armate, a "non minare alla difficile transizione del Paese".

 

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