01/03/2019, 12.02
INDIA
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Elezioni 2019, Chiesa ai partiti: Posti riservati ai dalit cristiani nei programmi

Le votazioni si terranno a maggio. L’Ufficio per i dalit e le caste svantaggiate preme su tutti i gruppi politici. Il sistema di quote riservate risale al 1935. I dominatori britannici non facevano esclusioni in base alla religione. Invece un Ordine presidenziale del 1950 priva i dalit cristiani e musulmani dell’accesso agevolato a posti pubblici e scuole.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – I programmi elettorali di tutti i partiti che si contendono i seggi alle prossime elezioni generali di maggio devono includere le quote di posti riservati ai dalit cristiani. È quanto chiedono i leader della Chiesa cattolica dell’India, in un incontro dell’Ufficio per i dalit e le caste svantaggiate della Conferenza episcopale indiana (Cbci). Mons. Theodore Mascarenhas, segretario generale della Cbci, afferma: “È giunto il momento anche per noi di avere gli stessi diritti di tutti, politici e legali. Non possiamo lasciar scappare l’occasione. Dobbiamo collaborare anche con i dalit indù”.

L’incontro si è svolto nella sede della Conferenza episcopale a New Delhi il 27 febbraio. Mons. Sarat Chandra Nayak, presidente dell’Ufficio, ha sottolineato che ai dalit cristini e musulmani viene negato un diritto fondamentale, cioè l’accesso privilegiato ai posti di lavoro e di studio.

Dal punto di vista legale, in India i dalit cristiani sono esclusi dai vantaggi concessi ai fuori casta delle altre comunità religiose. Il sistema delle quote è stato istituito dai dominatori britannici nel 1935, nel tentativo di correggere le pratiche discriminatorie basate sull’appartenenza di casta.

In seguito la Costituzione indiana entrata in vigore nel 1950 ha adottato le stesse forme di tutela per i fuori casta. Tuttavia un Ordine presidenziale approvato lo stesso anno esclude gli ex intoccabili cristiani – ma anche i musulmani – dalle quote riservate. Da parte sua, la Chiesa indiana ha sempre protestato contro questa “vergognosa” forma di discriminazione nei confronti dei convertiti al cristianesimo e si è battuta a più riprese per l’estensione del diritto di studio e di lavoro anche alle classi più povere della società.

Di recente l’approvazione di quote riservate ai poveri delle caste alte ha suscitato profonda indignazione. Presso la Corte suprema dell’India sono infatti depositate almeno 15 petizioni che chiedono anche l’inclusione dei dalit cristiani. Mons. Nayak sottolinea: “Dobbiamo ottenere giustizia come cittadini di questo Paese. In un Paese democratico le persone sono discriminate in base alla religione. I diritti costituzionali sono violati. Due minoranze (cristiana e musulmana) sono diventate vittime dello sviluppo sociale, economico e politico”.

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