11/09/2005, 00.00
giappone
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Elezioni anticipate: Koizumi è il favorito

di Pino Cazzaniga

Definito da molti "bizzarro" e "controcorrente", il primo ministro sta giocando la carta di una vera modernizzazione e democrazia del paese.Un missionario del PIME spiega perché.

Tokyo (AsiaNews) – Quest'oggi i giapponesi si recano a votare per le elezioni anticipate della Camera dei deputati. Il primo ministro giapponese Junichiro Koizumi le ha indette all'improvviso l'8 agosto scorso. Il motivo è stata la bocciatura da parte del Senato del disegno di legge per la privatizzazione delle Poste, già approvato, anche se con margine esiguo, dalla Camera bassa.. La repentina decisione dell'apparentemente "bizzarro" premier ha sorpreso tutti. Ci si trova di fronte a un pericoloso gioco d'azzardo politico o a un intelligente rischio calcolato? A parte la differenza di valutazione, tutti concordano nel ritenere queste elezioni generali le più importanti dopo quelle tenute nel 1955, vinte dal partito liberal-democratico (LDP), che da allora ha governato con maggioranza assoluta fino agli inizi degli anni '90. Anormalità e importanza sono perciò, due parole-chiave, che qualificano l'avvenimento.

Distacco dalla cultura politica giapponese

Il professor Rei Shiratori , docente di scienze politiche all'università Tokai, dice che queste elezioni sono anormali non perché improvvise ma perché indette con un atteggiamento autoritario che si distacca dalla norma della cultura politica giapponese. Questa, tradizionalmente, scrive Shiratori, esige umiltà da parte dei governanti e magnanimità da parte dei forti, virtù che vengono simbolicamente riassunte nel detto "gli steli di riso che portano molto frutto si piegano verso il basso". Sembra invece che Koizumi nel suo modo di governare si sia staccato dalla "norma" tradizionale e abbia adottato la cultura politica anglosassone secondo cui "chi vince prende tutto".

Qualche settimana fa l'ex primo ministro Yoshiro Mori, capo della fazione politica alla quale appartiene Koizumi, ha tentato di dissuaderlo dall' indire elezioni anticipate. "Ti ho già detto parecchie volte che il primo ministro sono io", gli ha risposto il premier senza complimenti.

"Ribelli" e "assassini"

Il disegno di legge della privatizzazione delle Poste non è stato approvato dalla Camera alta perché 34 senatori del LDP, tra i quali pezzi grossi del partito, hanno votato contro. Koizumi, che è anche presidente del partito, reagendo da par suo, ha escluso dalla lista dei candidati alle elezioni i "ribelli", sostituendoli con personalità nuove favorevoli al suo programma o ben volute dal popolo per svariati motivi. La morte politica dei "ribelli", che si presentano alle elezioni come indipendenti o affiliati a nuovi partiti, sembra assicurata, perché molti voti andranno ai nuovi candidati, che per questo vengono chiamati "assassini"

Verso un sistema democratico autentico

Dalla norma si è allontanato non solo il premier ma anche il popolo delle grandi città. In questo caso l'anormalità ha valenza completamente positiva. Fino all'inizio degli anni '90 in Giappone la democrazia era soltanto istituzionale, non reale. Nel 1955 si era costituita una forma di governo che, prendendo spunto da quell'anno, viene indicata dagli storici come "sistema '55": inscindibile collusione tra il quartier generale del partito liberal-democratico, la burocrazia e il mondo finanziario. Il "triangolo d'acciaio" ha senza dubbio prodotto risultati strabilianti nel settore economico ma ha fatto pagare ai cittadini un prezzo enorme a livello di sviluppo politico e sociale.

Ora il popolo, politicamente maturato, si è ribellato al dominio del sistema che, tra il resto, era diventato fertile terreno di cultura della corruzione politica.

Koizumi, probabilmente, ha saputo leggere i segni dei tempi e presentarsi come leader delle riforme. La sua "testardaggine" nel non recedere dalla realizzazione della privatizzazione delle Poste non è senza saggezza politica: le Poste giapponesi sono il sistema bancario e assicurativo più potente del mondo e, essendo governativo, da decenni offre ai protagonisti del "triangolo d'acciaio" tutto il denaro che gli occorre, al di fuori di un effettivo controllo democratico. Qui si trova una delle cause, forse la principale, della crisi economica che ha travagliato il Giappone per 10 anni. L'esserne uscito, almeno in parte, non è l'ultimo merito del governo di Koizumi che ha dato fiducia all'economista Heizo Takenaka, l'architetto della ripresa economica.

Due piccioni con una fava

Nella seconda metà degli anni '90 si è andato formando in Giappone un sistema politico, che possiamo chiamare bipartitico, con la formazione del Minshuto (Democratic Party of Japan DPJ) che ha una forza parlamentare di 177 seggi. Ne è presidente Kazuya Okada.

Il partito d'opposizione ha visto nell'indizione delle elezioni anticipate l'opportunità di acquistare voti sufficienti per un alternanza di governo. Ma le inchieste dei media circa l'esito delle elezioni sono tutte in favore del LDP. Se i risultati rispetteranno le previsioni, l'audacia politica di Koizumi sarà giudicata positivamente. Egli avrà preso due piccioni con una fava: anzitutto si assicurerà l'approvazione della privatizzazione delle Poste; in secondo luogo potrà dirigere il suo partito con più forza essendosi liberato degli oppositori.

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