03/07/2004, 00.00
INDONESIA - DOSSIER ELEZIONI
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Elezioni presidenziali: ex generali fra i più favoriti

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - Il prossimo 5 luglio 150milioni di indonesiani voteranno per la prima volta per eleggere il presidente del più grande paese musulmano del mondo. Alcuni sondaggi danno in testa l'ex generale Susilo Bambang Yudhoyono – ex capo di gabinetto e candidato del Partito democratico, seguito dal generale Wiranto e dalla presidente uscente Megawati Sukarnoputri.

La strada verso la riconferma appare ormai in salita per Megawati, che ha deluso le aspettative di molti indonesiani. Essi si attendevano le riforme da lei promesse, e invece nel paese dilaga la corruzione, la disoccupazione cresce sempre più e la violenza etnico-religiosa continua a scoppiare in molte zone dell'immenso arcipelago. Secondo un sondaggio dell'International Foundation for Election Systems (Ifes), il 43,5% degli intervistati appoggia Susilo, seguito da Wiranto, con il 14,2% delle preferenze. Entrambi provengono dalle file dei militari. Attivisti per i diritti umani e giovani universitari gridano slogan tipo "La gente vuole un presidente, non un comandante". Per tutti è ancora fresca la ferita delle lotte del '98, per far cadere la dittatura di Suharto, durata 32 anni. Ma in generale la  popolazione spera nella mano forte di qualche leader che possa raddrizzare e tenere unita  la nazione. E fra Wiranto e Susilo, la maggior parte sceglie Susilo: più onesto e con un passato di impegno nel risolvere i conflitti delle Molucche e il terrorismo a Bali.

Quel che non è chiaro è quale spazio Wiranto o Susilo daranno ai militari.

Entrambi dichiarano di preferire i militari sotto la guida civile, ma entrambi vogliono mantenere le strutture militari di vigilanza fino ai più remoti villaggi. Secondo i due candidati, l'esercito deve avere anche una funzione politica ed economica.

Ai tempi di Suharto, l'esercito gestiva una buona fetta dell'economia indonesiana e aveva diritto a un centinaio di posti fissi al parlamento. Questo rendeva le forze armate non un servizio alla nazione, ma un partner del potere. La caduta di Suharto ha dato inizio a una riforma della funzione dell'esercito, spingendo verso la professionalità, la sottomissione al potere civile e all'abbandono del potere economico. In tutti questi anni, però, molte frange dell'esercito hanno mostrato la loro disaffezione verso questo tipo di riforme. La scelta di Susilo sembra quindi venire incontro sia al desiderio della popolazione, che cerca la mano forte, sia alle esigenze dei militari, che vogliono tornare a contare qualcosa.

 

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