07/07/2012, 00.00
LIBIA
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Elezioni: "il matrimonio del popolo libico con la Libia"

Code di persone ai seggi aperti da questa mattina alle 8.00 (ora locale). Le votazioni democratiche sono le prime nella storia del Paese dopo 43 anni del regime di Muhammar Gheddafi. Fonti di AsiaNews descrivono un clima tranquillo nonostante le violenze dei giorni scorsi costate un morto. I Fratelli musulmani membri del Cnt premono per una Costituzione basata sulla sharia.

Tripoli (AsiaNews) - Al via in Libia le prime elezioni democratiche nella storia del Paese. I seggi hanno aperto questa mattina alle 8,00 (ora locale). Fonti di AsiaNews raccontano che le votazioni si sono aperte in un clima tranquillo. "La popolazione è felice di votare - affermano - per la prima volta possono scegliere il loro futuro dopo 43 anni di dittatura di Muhammar Gheddafi. Fuori dai seggi la gente definisce questo storico evento come 'il matrimonio dei libici con la Libia". Fra oggi e domani, voteranno in totale 2,8 milioni di persone. Essi dovranno scegliere i 200 rappresentanti incaricati di scrivere la nuova Costituzione del Paese. I candidati sono circa circa 2500.   

Secondo Tiziana Gamannossi, imprenditrice italiana residente a Tripoli, queste elezioni sono un banco di prova per tutto il Paese e un test per il nuovo sistema democratico entrato in vigore dopo la caduta di Muhammar Gheddafi e dei suoi fedelissimi. "Il mio augurio - afferma - è che la politica non diventi ostaggio di gruppi di potere corrotti e che i libici imparino dagli errori dei Paesi occidentali dove è nata la democrazia".  

L'euforia per le elezioni è stata però macchiata da diversi scontri e attacchi fra forze di sicurezza e gruppi di miliziani favorevoli alla partizione del Paese, che nei giorni scorsi hanno messo più volte a rischio il regolare andamento del voto. Le fonti sottolineano che la Libia è ancora lacerata dalla triplice guerra fra  sostenitori dell'ex regime, ribelli fedeli al Consiglio nazionale di transizione (Cnt) e indipendentisti delle città della Cirenaica, contrari all'unificazione del Paese.  

Ieri, alcuni ribelli hanno sparato contro un elicottero che trasportava materiale elettorale da Bengazi a Tukara. Uno dei membri dell'equipaggio è morto per le ferite riportate. Ad Ajdabiya  un gruppo di sostenitori di un candidato indipendente ha incendiato un seggio elettorale. Un altro ufficio è stato invece attaccato vicino a Bengazi. Per protesta contro la distribuzione dei seggi fra le città del Paese, gruppi di ribelli armati hanno bloccato cinque centri petroliferi fra cui quelli di Brega, Ras Lanouf e Sidra.

Agli scontri armati, si aggiunge l'aggressività della campagna elettorale, dove i principali protagonisti sono stati gli affiliati ai Fratelli musulmani. Per settimane essi hanno tenuto comizi, sit-in, impegnandosi nel mantenere la sicurezza nelle città, tentando di vincere la diffidenza del popolo libico, che a eccezione di Bengasi non si fida degli islamisti e teme l'imposizione della sharia nel Paese. Ieri, Saleh Darhoub, portavoce del  Consiglio nazionale di transizione (Cnt) vicino ai Fratelli musulmani ha dichiarato che la nuova Costituzione sarà basata sulla sharia. "I libici - ha affermato - sono attaccati all'islam e alle sue leggi, e mi auguro che la futura Assemblea scelga il Corano come fonte ispiratrice".  

 

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