14/08/2015, 00.00
NEPAL
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Epidemia di colera a Kathmandu: medici vietano di bere l’acqua distribuita dal governo

di Christopher Sharma
In meno di tre settimane registrati 40 casi, almeno quattro i morti. Le scorte distribuite dal governo possono essere consumate solo previa bollitura. Scoppia il panico nella valle.

Kathmandu (AsiaNews) – È allarme colera in Nepal, con almeno 40 casi confermati fino ad oggi dalla Divisione epidemiologica e per il controllo malattie (Edcd) a Kathmandu. Il primo contagio registrato risale al 26 luglio scorso, e in meno di tre settimane quattro persone sono morte. Secondo i primi test, l’epidemia sarebbe causata dal consumo di acqua contaminata. Le scarse condizioni igienico-sanitarie, aggravate dal “Grande terremoto”, hanno contribuito a diffondere il batterio.

Migliaia di persone nella valle sono nel panico. L’Ufficio distrettuale per la salute rilascia comunicati via altoparlanti per spiegare la situazione alla popolazione. Il sisma del 25 aprile scorso ha distrutto le condutture dell’acqua e degli scarichi. Molte tubature non sono ancora state riparate. Secondo un medico impegnato nei trattamenti, la dott.ssa Rajesh Shah, “la causa principale di questa epidemia è il consumo di cibo e acqua contaminati. Nessuno dovrebbe consumare le scorte fornite dal governo senza prima bollirle”.

Il dott. Baburam Marasini, direttore dell’Edcd, dichiara: “La maggior parte dei pazienti provengono da Kalimati, Kuleshwor, Soalteeode, Kalanki e Naikap. Si tratta di aree ad alta densità di popolazione con scarsi servizi sanitari. Secondo i rapporti, molte persone hanno contratto il batterio dall’acqua contaminata e dal cibo delle prigioni”.

I primi contagiati sono stati portati in ospedale non appena hanno manifestato i primi sintomi: nausea, vomito, mal di testa, difficoltà nei movimenti. Più di 220 persone sono state trattate per diarrea grave. Di questi, almeno tre sono morti.

Il dott. Sher Bahadur Pun, anch’egli impegnato nei trattamenti, spiega: “Dobbiamo ancora visitare molti pazienti per poter dare conferma che si tratti di colera. Il numero dei contagiati potrebbe superare le mille unità, perché il batterio si sta diffondendo con grande rapidità. Se non si prendono precauzioni, molti potrebbero perdere la vita. Esortiamo tutti a essere attenti e curati nella loro igiene”.

In particolare, aggiunge, “ci preoccupano le condizioni delle migliaia di persone che sono in carcere. I test mostrano che molti già manifestano alcuni sintomi. Se il governo li ignorerà, il prezzo da pagare sarà molto alto”. 

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