21/08/2014, 00.00
CINA-VATICANO
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Esperti cinesi: caute aperture sui rapporti con il Vaticano

di Wang Zhicheng
Per Zhuo Xinping, dell'Accademia delle scienze sociali di Pechino, papa Francesco "migliorerà" i rapporti essendo "gesuita" e "latino-americano". Li Xiangping parla di "nuova atmosfera". Ma nessun media del Partito riporta le frasi del papa e si suoi telegrammi. Un sito web ricorda le "due montagne" da superare: i rapporti diplomatici con Taiwan e "l'ingerenza" negli affari interni della Cina. La generica dichiarazione della portavoce del Ministero degli esteri.

Pechino (AsiaNews) - Essere un "gesuita" e "latinoamericano" sono due qualità di papa Francesco che potrebbero migliorare i rapporti fra la Cina e la Santa Sede. E' quanto afferma un esperto cinese di religioni all'indomani delle aperture compiuto dal pontefice durante il suo viaggio in Corea del Sud.

In un articolo a firma di Huo Liqiang, pubblicato sul China Daily ieri, il direttore dell'istituto per le religioni mondiali, legato all'Accademia delle scienze sociali, il prof. Zhuo Xinping,  afferma che papa Francesco è stato "attivo nel migliorare i rapporti fra Vaticano e Cina" fin dal giorno della sua elezione. Per questo egli crede che il pontefice avrà un ruolo sempre più positivo nell'incrementare le relazioni fra la Santa Sede e Pechino. Fra le qualità a lui attribuite vi sono il fatto che egli è gesuita, un ordine religioso "che ha una lunga tradizione di rapporti con la Cina. Matteo Ricci, un membro della società, ha visitato la Cina centinaia di anni fa".

Un'altra qualità è l'essere argentino, "amico delle economie in via di sviluppo", con "sentimenti speciali per i loro popoli, a causa del suo essere di origine latino-americana".

Un altro giornale, il Global Times di ieri, cita un professore della East China Normal University di Shanghai, Li Xiangping, che parla della "nuova atmosfera per una possibile distensione" che si è creata con "il ramo d'ulivo" offerto dal papa alla Cina "con grande gentilezza".

L'articolo cita l'intervista che Francesco ha dato ai giornalisti nel suo viaggio di ritorno a Roma, dove egli esprime il suo desiderio di visitare la Cina anche "domani", e dove sottolinea che la Chiesa chiede solo "libertà per il suo ministero, per il suo lavoro. Nessun'altra condizione".

L'articolista, Li Yan, fa notare che in questo papa Francesco "riafferma la posizione del Vaticano sulla nomina dei vescovi", ma il prof. Li Xiangping vede anche in questo "spazio per un negoziato" e la Cina "potrebbe considerare la possibilità di un incontro".

Un'altra pubblicazione che cita il papa e i rapporti Cina-Vaticano è il sito web China net. Nell'articolo a firma di un certo Joke, si parla delle "due montagne" da superare: i rapporti diplomatici con Taiwan e l'ingerenza negli affari interni della Cina. Lo stesso autore riconosce che il problema di Taiwan è secondario e che "l'ingerenza" (soprattutto nella nomina dei vescovi) è dovuta alla concezione che la Chiesa cattolica ha di sé.

Joke loda la "diplomazia dello spazio aereo" inaugurata da Francesco e dalla Cina e ammette che il miglioramento dei rapporti con la Santa Sede darebbe alla Cina una più buona "immagine internazionale".

Nessun organo del Partito comunista, nemmeno Xinhua, hanno riportato notizie sulle parole del papa in Corea - a proposito del dialogo con i Paesi che non hanno relazioni diplomatiche - né dei telegrammi inviati a Xi Jinping

Il Global Times, nell'articolo citato, ricorda una dichiarazione di Hua Chunying, portavoce del Ministero degli esteri, espressa il 19 agosto, secondo cui "la Cina è stata sempre sincera e ha lavorato sodo per migliorare le relazioni con il Vaticano". Tale generica dichiarazione è a tutt'oggi l'unica parola semi-ufficiale a tutti i gesti e alle aperture di papa Francesco.

 

 

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