31/12/2020, 08.00
UE-CINA
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Europa e Pechino trovano un’intesa di principio sugli investimenti

Dopo sette anni di negoziati, le due parti sono pronte a chiudere un grande accordo che dovrebbe garantire reciprocità di trattamento per gli investitori europei e cinesi. La spinta della Merkel. Parlamentari Ue criticano il patto: impegni vaghi della Cina sul lavoro forzato; a rischio la cooperazione con la presidenza Biden.

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) – L’Unione europea e la Cina hanno trovato ieri un’intesa di principio per finalizzare un grande accordo bilaterale sugli investimenti, i cui negoziati si trascinavano dal 2013. Un meeting virtuale tra i leader europei e il presidente cinese Xi Jinping ha sancito la conclusione delle trattative politiche.

Sulla spinta della cancelliera tedesca Angela Merkel – presidente di turno dell’Unione – i colloqui con Pechino hanno subito una forte accelerazione negli ultimi giorni. La svolta si è avuta dopo che Xi ha dato il via libera a maggiori concessioni in tema di accesso al mercato interno cinese e sviluppo sostenibile.

Per la Ue, l’accordo servirà a riequilibrare i rapporti economici con il gigante asiatico, accusato di  trarre vantaggio da pratiche commerciali scorrette, come le sovvenzioni alle imprese di Stato e il dumping sociale. Da anni gli europei chiedevano reciprocità di trattamento per i propri investitori. Mentre le imprese cinesi possono operare quasi liberamente in Europa, quelle europee in Cina sono obbligate a creare joint-venture con realtà locali e a trasferire loro segreti tecnologici e industriali.

Le rivelazioni di stampa sull’esistenza di campi di lavoro nello Xinjiang, dove centinaia di migliaia di musulmani uiguri sarebbero impiegati con la forza, sembravano aver pregiudicato la conclusione del patto. Le due parti si sono accordate su una formula che prevede l’impegno di Pechino ad applicare in modo effettivo le convenzioni dell’Ilo (Organizzazione mondiale del lavoro) che ha già sottoscritto, e a “lavorare alla ratifica” di tutte le altre, soprattutto quella sul contrasto al lavoro forzato.

Diversi parlamentari europei hanno espresso opposizione alla firma del trattato. Secondo loro, la situazione nello Xinjiang (e a Hong Kong) richiede impegni più concreti da parte della Cina sul rispetto dei diritti umani; essi criticano anche la sterzata ai negoziati impressa dalla Merkel a 20 giorni dall’insediamento del nuovo presidente Usa. In contrasto con la linea di Donald Trump, Joe Biden ha chiesto di creare un fronte comune transatlantico per rispondere alla sfida globale lanciata da Pechino: un invito che gli europei avevano salutato con favore nelle scorse settimane.

La Commissione Ue ha risposto alle critiche sostenendo che l’accordo con la Cina deve essere ancora ratificato dal Parlamento europeo. La sua piena attuazione non è prevista prima di due anni, durante i quali l’Unione verificherà gli impegni assunti dal governo cinese.

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