28/11/2017, 11.40
PAKISTAN
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Faisalabad, un festival per accendere ‘candele di pace nell’oscurità dell’odio’

di Shafique Khokhar

Il festival si è tenuto alla cattedrale san Pietro e Paolo, fra il 24 e il 26 novembre. Mostre di dipinti, stand informativi e spettacoli. I bambini protagonisti delle iniziative. Il dialogo con le altre religioni e culture: “esplorare tutte le possibilità”, lavorando insieme per “formare nuovi sentieri”. La pace è un dono che Dio ha affidato agli esseri umani.

Faisalabad (AsiaNews) – La pace è un “dono di Dio”, ma anche un compito affidato agli esseri umani, in quanto “la più alta aspirazione e più nobile causa dell’umanità”. È così che mons. Joseph Arshad, vescovo di Faisalabad e nuovo  presidente della Conferenza episcopale, ha salutato la conclusione del festival della Pace, tenutosi presso la cattedrale di san Pietro e Paolo a Faisalabad fra il 24 e il 26 novembre.

All’iniziativa hanno preso parte molte istituzioni cattoliche della diocesi, fra cui la Commissione nazionale Giustizia e pace, Wave Studio, la Bible Commission, la tv cattolica Khushpur, Caritas Faisalabad e la Catholic Women Organization and Women Shelter. Tutti i gruppi hanno organizzato uno stand con materiale informativo, pubblicazioni e oggetti come poster e cassette.

I bambini della diocesi hanno realizzato manifesti per la pace, affissi sulle mura della cattedrale insieme a una mostra di dipinti di pittori cristiani.  Alcuni gruppi musicali hanno suonato canzoni sulla pace, mentre i bambini hanno suonato, cantato, fatto piccoli sketch e rappresentazioni.

Fra gli ospiti illustri, vi erano Javed Bhola, pittore cristiano; Malik Mohammad Razzaq (sindaco di Faisalabad); Iffat Bakat (vice questore cristiano) e Shaukat Sandhu (tehsildar di Faisalbad, funzionario fiscale).

Il 26 novembre, ultimo giorno del festival, il vescovo ha inaugurato l’ "anno dell’Eucaristia" alla presenza di centinaia di partecipanti. Annunciato ad inizio novembre, si estenderà fino al 25 novembre del 2018, giorno della solennità di Cristo Re. Nell’occasione, mons. Arshad ha ricordato che “la pace è un valore spirituale che si trova in tutte le religioni e culture”, e che per questo deve essere “la più alta aspirazione e più nobile causa dell’umanità”. Ricordando le parole di Gesù, “Beati gli operatori di pace” (Mt, 5:9), il prelato ha voluto condividere le speranze per la pace e prosperità di tutti, “specialmente il nostro amato Pakistan”. “La pace è sia un dono di Dio che un successo umano”, ha continuato mons. Arshad. “Come dono di Dio, [la pace] è affidata a tutti gli uomini e donne, chiamati a realizzarla”.

Il prelato assicura che il dialogo con la società civile, le altre fedi e culture continuerà per “esplorare tutte le possibilità”, lavorando insieme per “formare nuovi sentieri” e accendere nuove “candele di pace nell’oscurità dell’odio”. “Possa l’Onnipotente, che ha cura delle necessità della famiglia umana, concedere a tutti gli uomini e le donne la forza di rompere i muri che dividono gli esseri umani e aiutarli a rafforzare i legami di rispettivo amore e a comprendersi l’un l’altro,” conclude mons. Arshad. “Possa la pace fiorire e regnare in Pakistan e in questo mondo”.

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