27/02/2006, 00.00
FILIPPINE
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Filippine, continua lo stato di emergenza nazionale

La presidente Arroyo ha ordinato questo notte l'arresto di 16 fra politici e alti ufficiali delle Forza armate implicati nel presunto golpe teso a rovesciarla. I marines confermano l'appoggio al governo legittimo.

Manila (AsiaNews/Agenzie) – La crisi politica e militare delle Filippine non accenna a diminuire: la presidente Arroyo ha confermato oggi lo stato di emergenza nazionale proclamato venerdì scorso ed  ha ordinato l'arresto di 16 membri dell'opposizione filippina per il loro presunto ruolo nel fallito colpo di stato teso a rovesciarla.

Gli arrestati ricoprivano fino ad oggi alte cariche nella polizia e nel mondo politico: fra di loro spicca Crispin Beltran, leader della coalizione di sinistra Bayan Muna [La nazione viene prima di tutto ndr], già arrestato e poi scarcerato venerdì scorso.

Il pubblico ministero Emmanuel Velasco ha spiegato in conferenza stampa che i deputati arrestati "possono perdere la loro immunità parlamentare" perchè i reati di cui sono accusati "sono punibili con pene superiori ai sei anni". I politici non possono beneficiare nemmeno della libertà vigilata perché l'autorità giudiziaria "ha solide prove contro di loro".

Il capo della polizia nazionale, Arturo Lomibao, ha aggiunto che quattro dei 16 arrestati erano alti ufficiali della polizia antiterrorismo, fra cui il sovrintendente Benjamin Magalon, accusati di aver reclutato alcuni colleghi per prendere parte a manifestazioni "anche armate"contro la Arroyo.

Lomibao ha voluto poi sottolineare che "la situazione non è militarmente preoccupante" ed ha ricordato la rinnovata fedeltà al Palazzo presidenziale pronunciata ieri dal corpo dei marines, l'elite militare del Paese.

Il generale Renato Miranda, a capo degli otto mila uomini scelti, ha infatti presentato ieri "spontaneamente" le dimissioni adducendo "motivi personali" ed è stato sostituito dal suo vice, il generale Nelson Allaga. L'iniziale protesta del corpo contro "l'aggressione politica" – fomentata dal colonnello Ariel Querubin – non ha avuto sviluppi e, nella notte, Allaga ha confermato l'appoggio al governo legittimo.

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