04/08/2007, 00.00
FILIPPINE
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Filippine, il manager ideale è donna

di Santosh Digal
In continuo aumento il numero di donne che ricoprono ruoli chiave nell’ambito socio-economico del Paese. Premiato il miglior livello di istruzione, ma tv, giornali e internet continuano a rappresentarle come “oggetto sessuale”.

Manila (AsiaNews) – A dispetto degli stereotipi che vedono la donna filippina quale perfetta padrona di casa, continua a crescere il numero di manager al femminile nel Paese asiatico. Se già nel 2002 era maggiore il numero di donne con incarichi di responsabilità rispetto ai colleghi uomini, secondo una recente indagine elaborata dal dipartimento del lavoro (BLES) il divario fra i sessi negli ultimi 5 anni si è “ampliato in maniera costante” e i dati lo testimoniano: nel 2002 erano 1,86 milioni le donne che detenevano ruoli di controllo e di supervisione a fronte di 1,4 milioni di uomini. Nel 2004 il numero di uomini ha toccato quota 1 milione 613 mila, arrivando a 1 milione 629 mila nel 2006 con una crescita in due anni di sole 16 mila unità. Ben diversi i numeri nell’emisfero rosa: 2 milioni 162 mila nel 2004 e 2 milioni 257 mila due anni più tardi, con una crescita di 97 mila unità, sei volte tanto rispetto ai colleghi maschi.

Commentando le cifre emerse dalla ricerca Arturo D. Brion segretario del BLES sottolinea che il numero delle donne filippine nei ruoli chiave dei settori socio-economici del Paese è “in generale rimarchevole”. Fattore chiave nel successo delle donne il migliore livello di educazione conseguito: su un totale di 12,8 milioni di donne che lavorano ben il 32,8% ha conseguito la laurea, a fronte di un 22,5% fra gli uomini.

Se il mondo del lavoro sembra premiare la competenza e l’impegno delle donne, l’universo femminile rimane comunque retaggio di pregiudizi e luoghi comuni: “Giochi e riviste presentano le ragazze solo come oggetti sessuali”, denuncia mons. Leonardo Medroso, arcivescovo di Tagbilaran, secondo il quale gli “attacchi contro la dignità della donna sono persistenti e senza ritegno”. A questo si aggiunge un livello sempre più basso del comune senso del pudore: “Quello che un tempo era considerato moralmente inaccettabile – sottolinea mons. Medroso – oggi viene diffuso senza alcun pudore da riviste, televisioni, internet. Proteggere la dignità della donna significa proteggere la dignità dell’essere umano nella sua interezza”.  

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