29/12/2004, 00.00
FILIPPINE
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Filippine, la solidarietà della Chiesa cattolica alle vittime del maremoto

I vescovi chiedono preghiere per le vittime e aiuti per i sopravvissuti anche a chi, nelle Filippine, è stato colpito da frane e tifoni.

Manila (AsiaNews) – La chiesa cattolica delle Filippine, un paese povero e provato da calamità e sofferenze, vuole aiutare le altre nazioni del sud-est asiatico colpite dal cataclisma. In un documento diffuso ieri, mons. Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, ha espresso la sua vicinanza alle vittime dello tsunami. "Le tragedie e le sofferenze umane – sottolinea mons. Rosales – superano tutte le barriere. Sri Lanka, India, Thailandia, Indonesia e Malaysia sono dei vicini speciali per noi in questo momento di bisogno".

L'arcivescovo di Manila ricorda "gli aiuti ricevuti in passato dalle Filippine" in occasione di eventi tragici e afferma che ora è "il momento di ricambiare". Egli ha chiesto a tutto il clero di "pregare per le vittime del disastro e per le loro famiglie", perché "possano trovare conforto nella fede e nell'amore, anche in questo momento di grande sofferenza e di prove".

Domenica prossima sarà allestita una speciale raccolta fondi da devolvere alle vittime dell'immane tragedia che ha colpito i paesi asiatici.

Tutta la conferenza dei vescovi filippini, per bocca del presidente mons. Fernando Capalla, ha chiesto contributi e donazioni per le vittime; i fondi saranno raccolti dalla Caritas locale e dal segretariato per l'azione sociale di Giustizia e Pace, organismo legato alla conferenza dei vescovi filippini. "Sebbene nel recente passato siamo stati colpiti da diverse calamità naturali – ricorda mons. Capalla – siamo in grado di raccogliere dei fondi da devolvere ai nostri vicini in questo momento di bisogno". Ai fedeli egli chiede anche preghiere per le vittime e i familiari, perché possano trovare "consolazione nella fede e amore in mezzo a tante sofferenze".

Il presidente filippino Gloria Macapal Arroyo ha espresso in modo formale il proprio cordoglio e quello del suo governo per le vittime; ricordando l'appoggio ricevuto in occasione delle frane che all' inizio del mese hanno ucciso migliaia di persone, il presidente ha garantito il sostegno del suo governo alla macchina degli aiuti internazionali. La Arroyo ha annunciato l'invio di un contingente umanitario nelle zone più colpite per aiutare i soccorritori.

Avelino Cruz, ministro della difesa e capo della protezione civile filippina, annuncia la formazione di 3 team di medici (composti da dottori e infermiere) da inviare in Thailandia e in Indonesia e che opereranno in collaborazione con le Nazioni Unite e il comitato internazionale della Croce Rossa. Il ministro filippino della Sanità è in stretto contatto con il corrispondente thailandese e sta organizzando un quarto team di medici che opererà nelle zone più colpite.

Parole di incoraggiamento giungono da tutti i leader delle chiese filippine, un paese colpito negli ultimi due mesi da 4 tempeste tropicali che hanno causato oltre 1800 fra morti e dispersi.

Mons. Rolando Tria Tirona della prelatura di Infanta, il territorio ecclesiastico segnato in misura maggiore dal passaggio del tifone Nanmadol, esprime "cordoglio per le vittime" e assicura "preghiere per i morti e i loro familiari", augurandosi che le popolazioni colpite ricevano "aiuti come è avvenuto per la popolazione filippina".

"E' davvero una tragedia immane" commenta mons. Deogracias Iniguez, vescovo di Kalookan, che assicura solidarietà e unione alle vittime in un momento particolare come il Natale. "Come membri di una sola famiglia – sottolinea il vescovo – proviamo lo stesso dolore".

Citando fonti governative, i media filippini parlano di 1 vittima accertata e di 4 feriti fra i propri connazionali: essi si trovano al Vichar Hospital e al Patong Hospital di Phuket, in Tahilandia.

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