22/10/2004, 00.00
IRAQ
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Fondamentalisti: uccideremo le studentesse che non indossano il velo

Sacerdote di Mosul: Sono bande criminali che usano la forza per conquistare il potere.

Mosul (AsiaNews) –  Minacce e violenze per un'islamizzazione forzata di studenti, donne e cristiani, si diffondono sempre più a Mosul. All'inizio del Ramadan, un volantino distribuito all'università di Mosul prometteva di "uccidere tutte le irakene che non indossano il velo". I firmatari sono un fantomatico gruppo del "parlamento dei mujahidin", una sigla che raccoglie rappresentanti di 6 gruppi armati quali "Monoteismo e Martirio", "Esercito degli aderenti alla Sunna", "Squadriglie dei mujahidin", "Esercito islamico", "Esercito islamico segreto", "Gruppo aderenti alla sunna". Il volantino diffida le ragazze dall'indossare vestiti occidentali e truccarsi. "Seguiremo chi trasgredirà le regole fin nelle case" e "non esiteremo a colpire".

Nei giorni scorsi i criminali hanno attaccato due ragazze in un mercato di Mosul, colpevoli di non indossare il velo durante la spesa, versando con una siringa acido nitrico sui loro visi.

L'islamizzazione dei costumi – che ricorda le campagne dei talebani in Afghanistan e quelle dei pasdaran nell'Iran di Khomeini – vuole soprattutto colpire gli studenti e le studentesse universitarie. Fra essi, le ragazze cristiane sono un obbiettivo specifico. In un volantino scritto da un gruppo che si proclama "Le falangi della sistemazione dei collaboratori e delle spie", i cristiani sono accusati di "trasmettere la corruzione e la spudoratezza per le strade". Essi "subiranno violenza e persecuzione nelle loro case e nelle chiese" se non interrompono "qualunque rapporto con l'infedele invasore".

Le continue minacce hanno intimidito i cristiani di Mosul, circa 100 mila persone, una presenza radicata da secoli sul territorio, che raccoglie personalità di punta in campo culturale ed economico.

All'inizio le chiese locali avevano allestito dei bus per permettere agli studenti di frequentare l'università, ma da 2 settimane i ragazzi e le ragazze non vanno a lezione perché i terroristi hanno minacciato di colpire i mezzi di trasporto. Khalila (nome inventato per motivi di sicurezza), universitaria di Mosul, afferma che "gli studenti cristiani non possono frequentare le lezioni e le studentesse sono umiliate per il comportamento disumano dei fondamentalisti".

Secondo p. Joseph, sacerdote di Mosul, l'accanimento contro i cristiani si spiega per il fatto che "i cristiani costituiscono il 3% della popolazione, ma a livello culturale costituiscono circa il 40%: molti sono professori universitari, medici, ingegneri. I terroristi cercano di colpire la cultura e l'economia del paese, per indebolirlo e assoggettarlo". Il prete afferma che "i casi di violenza contro i cristiani sono in continuo aumento, ma non bisogna parlare di persecuzione o di guerra di religione". Le violenze sono frutto di bande armate. "Due o tre persone sono sufficienti a seminare il terrore in un intero quartiere". Fra queste bande armate vi sono persone della cosiddetta "resistenza", che vogliono punire le forze di occupazione e i "collaborazionisti"; gli estremisti musulmani, che impongono la loro visione di "fede" e non permettono libertà individuali; i delinquenti e i criminali comuni, liberati da Saddam poco prima della caduta del regime. (FM)

 

 

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